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Giovedì, Dicembre 15, 2022

Terapia ormonale sostitutiva e depressione

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La somministrazione della terapia ormonale sostitutiva per via sistemica (orale o transdermica) alle donne in menopausa si associa a un aumentato del rischio di depressione, contrariamente alla terapia ormonale locale intravaginale o intrauterina. Lo suggerisce uno studio di coorte condotto sui dati del registro nazionale danese relativo a 825.238 donne di 45 anni di età, seguite per una media di 11 anni, che ha valutato l’associazione tra la terapia ormonale sostitutiva e una successiva diagnosi di depressione.
Nel periodo di studio (gennaio 1995-dicembre 2017) complessivamente 189.821 donne (23,05%) hanno iniziato la terapia ormonale e 13.069 (1,6%) hanno ricevuto una diagnosi di depressione con un’incidenza di 17,3 casi per 10.000 anni-persona. Solo la terapia ormonale sostitutiva sistemica si associava a un aumentato rischio di depressione (hazard ratio 1,50, limiti di confidenza al 95% da 1,24 a 1,81) specialmente l’anno successivo all’inizio del trattamento sia con estrogeni da soli (hazard ratio 2,03, limiti di confidenza al 95% da 1,21 a 3,4) sia in combinazione con un progestinico (hazard ratio 2,01, limiti di confidenza al 95% da 1,26 a 3,21).
Per contro, la terapia ormonale locale non si associava a depressione (hazard ratio 1,15, limiti di confidenza al 95% da 0,70 a 1,87), e sembrava anzi avere un effetto protettivo rispetto alla depressione se iniziata dopo i 54 anni di età (hazard ratio 0,80, limiti di confidenza al 95% da 0,70 a 0,91).
Le donne in menopausa trattate con la terapia ormonale sostitutiva per via sistemica devono essere consapevoli dell’aumentato rischio di depressione legato al farmaco.

Wium-Andersen M, Jørgensen T, et al. Association of hormone therapy with depression during menopause in a cohort of Danish women. JAMA Netw Open 2022; DOI:10.1001/jamanetworkopen.2022.39491.

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