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Informazione o promozione?
“Promotion: activities done in order to increase the sales of products or services” (English Oxford Dictionary, 7th Edition). Secondo questa definizione condivisa, l’informazione sui farmaci fatta dall’industria farmaceutica va considerata attività promozionale e pubblicitaria, visto che lo scopo principale è di indurre la prescrizione dei propri prodotti farmaceutici.
Chissà, forse in un futuro non molto lontano tra i consigli per gli acquisti, oltre al detergente per capi delicati o al dentifricio per denti sempre più bianchi, potrebbero apparire anche l’anticoagulante di ultima generazione o il nuovo antipertensivo dall’effetto miracoloso.
L’International Society of Drug Bulletins (ISDB), di cui fa parte anche Focus farmacovigilanza (vedi pagina 4), lo scorso dicembre ha pubblicato una dichiarazione (http://www.isdbweb. org/pag/index.php) manifestando forte preoccupazione a proposito dell’ultima proposta legislativa della Commissione Europea sull’informazione ai cittadini. Il 10 dicembre 2008 la Commissione ha presentato, infatti, una proposta normativa che permetterebbe alle aziende farmaceutiche di divulgare ai cittadini informazioni sui medicinali soggetti a prescrizione medica. La proposta è caratterizzata da alcuni elementi: è consentita la pubblicazione soltanto di alcune informazioni riguardanti i medicinali soggetti a prescrizione, quali il foglietto illustrativo o una diversa presentazione del suo contenuto; sono consentiti soltanto alcuni canali di comunicazione per la diffusione delle informazioni, tra cui Internet e le pubblicazioni relative alla salute degli Stati membri. Sono escluse la televisione e la radio. La proposta normativa sarà discussa dal Parlamento Europeo e dal Consiglio. Per maggiori informazioni si può consultare il sito: http://ec.europa.eu/enterprise/pharmaceuticals/ pharmacos/pharmpack_en.htm. Il problema non è nuovo e questo non è certo il primo tentativo della Commissione Europea. Già nel 2004 il Parlamento Europeo aveva rigettato una proposta precedente. La Commissione insiste sull’argomento e ritiene necessario un suo intervento. Secondo la Commissione i cittadini sono sempre più interessati alle decisioni che riguardano la propria salute e desiderano parteciparvi; inoltre la terapia medica raggiunge risultati ottimali soltanto se il paziente riceve informazioni esaustive in merito. La Commissione non parla di pubblicità, bensì di informazione. Ma il confine dov’è? Per informazione sui medicinali intendiamo un trasferimento di dati, notizie, riferimenti bibliografici e altro inerenti le caratteristiche di un prodotto medicinale, attraverso varie forme e modalità con il fine di aumentare le conoscenze dello stesso. Lo scopo della promozione, invece, è ben diverso e il rischio è, come ribadito dall’ISDB, che l’articolo 100 (Direttiva 2001/83/CE modificata dalla Direttiva 2004/27/CE), così come è stato proposto, apra le porte alla pubblicità dei farmaci da prescrizione. In Europa essa è ora vietata, ma è sospettabile che si stia cercando di aggirare l’ostacolo confondendo pubblicità e informazione. La proposta di legge prevede che la “fonte dell’informazione” sia la stessa industria farmaceutica, ma pensare che l’industria farmaceutica possa “educare” il paziente con una informazione trasparente e completa è quanto meno ingenuo. Certamente l’esclusione della televisione e della radio è un fatto positivo, ma Internet è un approccio piuttosto rischioso.
Diciamo perciò no a una pubblicità diretta ai cittadini sui farmaci da prescrizione e sì a una informazione condotta da organismi indipendenti ed esenti da interessi economici.
Giampaolo Velo