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Pneumococchi resistenti grazie al vaccino
L’uso del vaccino antipneumococcico comporta un cambiamento dell’ecoflora batterica, con la diffusione di un ceppo di pneumococco multiresistente agli antibiotici, il 19A. In vari paesi è già stata segnalata questa tendenza, che ora viene confermata con uno studio controllato e randomizzato nei Paesi Bassi.1 Sono stati arruolati 1.003 bambini, assegnati in maniera randomizzata a tre gruppi: somministrazione di 2 dosi di vaccino eptavalente a 2 e 4 mesi; somministrazione di 2 dosi di vaccino eptavalente seguite da un richiamo a 11 mesi e gruppo di controllo di non vaccinati. La misura di esito valutata era la presenza del sierotipo 19A nel tampone nasofaringeo a controlli seriati fino a 24 mesi di follow up.
I bambini trattati con le tre dosi di vaccino avevano un aumento significativo della presenza del sierotipo 19A rispetto ai non vaccinati (16,2% rispetto a 9,2%, rischio relativo 1,75, limiti di confidenza al 95% da 1,14 a 2,70). Non emergeva invece alcuna differenza statisticamente significativa tra i vaccinati con 2 dosi e i non vaccinati. Questi dati sono importanti anche perché vengono dai Paesi Bassi dove vi è un ricorso moderato all’uso di antibiotici (che potrebbero inquinare i risultati, spiegando la comparsa di ceppi resistenti) che nello studio non hanno influenzato la presenza del germe multiresistente nel tampone nasofaringeo.
Va detto che la presenza nel tampone nasofaringeo del germe non è per forza fonte di una malattia invasiva e che il fenomeno del rimpiazzo nei sierotipi pneumococcici circolanti poteva essere atteso dopo l’introduzione della vaccinazione su larga scala. Resta comunque forte la preoccupazione.
La Commissione Europea alla fine del 2009 ha autorizzato il vaccino pneumococcico tredicivalente che contiene 6 nuovi sierotipi, tra cui proprio il 19A e l’Italia sta sostituendo l’eptavalente con questo nuovo vaccino anche nei bambini in precedenza immunizzati con il primo tipo.
Sarà necessaria un’attenta sorveglianza per poter monitorare eventuali fenomeni di rimpiazzo e l’andamento delle patologie invasive da pneumococco.
I bambini trattati con le tre dosi di vaccino avevano un aumento significativo della presenza del sierotipo 19A rispetto ai non vaccinati (16,2% rispetto a 9,2%, rischio relativo 1,75, limiti di confidenza al 95% da 1,14 a 2,70). Non emergeva invece alcuna differenza statisticamente significativa tra i vaccinati con 2 dosi e i non vaccinati. Questi dati sono importanti anche perché vengono dai Paesi Bassi dove vi è un ricorso moderato all’uso di antibiotici (che potrebbero inquinare i risultati, spiegando la comparsa di ceppi resistenti) che nello studio non hanno influenzato la presenza del germe multiresistente nel tampone nasofaringeo.
Va detto che la presenza nel tampone nasofaringeo del germe non è per forza fonte di una malattia invasiva e che il fenomeno del rimpiazzo nei sierotipi pneumococcici circolanti poteva essere atteso dopo l’introduzione della vaccinazione su larga scala. Resta comunque forte la preoccupazione.
La Commissione Europea alla fine del 2009 ha autorizzato il vaccino pneumococcico tredicivalente che contiene 6 nuovi sierotipi, tra cui proprio il 19A e l’Italia sta sostituendo l’eptavalente con questo nuovo vaccino anche nei bambini in precedenza immunizzati con il primo tipo.
Sarà necessaria un’attenta sorveglianza per poter monitorare eventuali fenomeni di rimpiazzo e l’andamento delle patologie invasive da pneumococco.
Bibliografia:
- JAMA 2010;304:1099-106. CDI #nnr#
a cura di Michele Gangemi,
pediatra di famiglia
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