focus /
Il progetto VENUS sul campo
Si è recentemente concluso lo studio VENUS (surVeillance of adverse Events by NUrseS), che ha coinvolto 174 infermieri e 36 caposala di 41 reparti dell’Azienda ospedaliera di Verona e delle strutture ospedaliere della ASL 21.
Gli obiettivi specifici della ricerca erano la valutazione della capacità degli infermieri di individuare eventi avversi, di metterli in relazione ai farmaci e di segnalare le reazioni avverse da farmaci identificate. Per ogni paziente che entrava nello studio gli infermieri compilavano un’apposita scheda di monitoraggio nella quale registravano: età, sesso, condizioni di salute, diagnosi di ricovero, patologie concomitanti e farmaci assunti. L’infermiere doveva anche indicare se, nel corso del ricovero, si erano verificati degli eventi inattesi o comunque non immediatamente riconducibili alla patologia di ricovero del paziente né alle patologie concomitanti.
I pazienti arruolati nel progetto sono stati 4.608 (26% dei ricoverati nei reparti nel periodo dello studio). Gli infermieri hanno osservato la comparsa di eventi inattesi in 2.458 pazienti (53,3%). Sono stati registrati 6.647 diversi eventi, i più frequenti sono stati i disturbi psichiatrici seguiti da quelli gastrointestinali e cardiovascolari. Secondo il giudizio espresso dagli infermieri solo 160 pazienti (3,5% dei pazienti entrati nello studio) hanno avuto una reazione avversa, mentre una commissione ad hoc di esperti ha identificato un numero ben superiore di reazioni avverse che porta a stimare in circa il 30% le reazioni sospette durante l’ospedalizzazione.
Le reazioni avverse da farmaci più frequentemente osservate dagli infermieri sono state quelle cutanee seguite dalle gastrointestinali, psichiatriche ed ematologiche. I farmaci più spesso individuati come responsabili sono stati gli antibatterici, seguiti da antitrombotici e analgesici.
Va rilevato che l’invio al responsabile di Farmacovigilanza della scheda di segnalazione dell’AIFA per la reazione avversa, atto non obbligatorio per la partecipazione al progetto, si è verificato nella metà dei casi in cui è stata individuata una reazione avversa e ha portato a un aumento delle segnalazioni del 60% nell’Ospedale di Verona e del 40% nell’ASL 21. I motivi che hanno spinto gli infermieri a non segnalare le reazioni avverse sono stati: l’incertezza sulla relazione causale, la notorietà della reazione e l’incapacità di individuare il farmaco o i farmaci responsabili tra i tanti utilizzati dal paziente.
Lo studio ha rilevato che oltre metà dei pazienti ricoverati in ospedale va incontro a eventi avversi di varia origine; ciò porta a un aggravio del lavoro degli infermieri e del personale sanitario in generale. Una parte di questi eventi è sicuramente dovuta ai farmaci e molti di essi potrebbero essere evitati con una migliore gestione della terapia ospedaliera e un più attento monitoraggio dei pazienti.
Gli obiettivi specifici della ricerca erano la valutazione della capacità degli infermieri di individuare eventi avversi, di metterli in relazione ai farmaci e di segnalare le reazioni avverse da farmaci identificate. Per ogni paziente che entrava nello studio gli infermieri compilavano un’apposita scheda di monitoraggio nella quale registravano: età, sesso, condizioni di salute, diagnosi di ricovero, patologie concomitanti e farmaci assunti. L’infermiere doveva anche indicare se, nel corso del ricovero, si erano verificati degli eventi inattesi o comunque non immediatamente riconducibili alla patologia di ricovero del paziente né alle patologie concomitanti.
I pazienti arruolati nel progetto sono stati 4.608 (26% dei ricoverati nei reparti nel periodo dello studio). Gli infermieri hanno osservato la comparsa di eventi inattesi in 2.458 pazienti (53,3%). Sono stati registrati 6.647 diversi eventi, i più frequenti sono stati i disturbi psichiatrici seguiti da quelli gastrointestinali e cardiovascolari. Secondo il giudizio espresso dagli infermieri solo 160 pazienti (3,5% dei pazienti entrati nello studio) hanno avuto una reazione avversa, mentre una commissione ad hoc di esperti ha identificato un numero ben superiore di reazioni avverse che porta a stimare in circa il 30% le reazioni sospette durante l’ospedalizzazione.
Le reazioni avverse da farmaci più frequentemente osservate dagli infermieri sono state quelle cutanee seguite dalle gastrointestinali, psichiatriche ed ematologiche. I farmaci più spesso individuati come responsabili sono stati gli antibatterici, seguiti da antitrombotici e analgesici.
Va rilevato che l’invio al responsabile di Farmacovigilanza della scheda di segnalazione dell’AIFA per la reazione avversa, atto non obbligatorio per la partecipazione al progetto, si è verificato nella metà dei casi in cui è stata individuata una reazione avversa e ha portato a un aumento delle segnalazioni del 60% nell’Ospedale di Verona e del 40% nell’ASL 21. I motivi che hanno spinto gli infermieri a non segnalare le reazioni avverse sono stati: l’incertezza sulla relazione causale, la notorietà della reazione e l’incapacità di individuare il farmaco o i farmaci responsabili tra i tanti utilizzati dal paziente.
Lo studio ha rilevato che oltre metà dei pazienti ricoverati in ospedale va incontro a eventi avversi di varia origine; ciò porta a un aggravio del lavoro degli infermieri e del personale sanitario in generale. Una parte di questi eventi è sicuramente dovuta ai farmaci e molti di essi potrebbero essere evitati con una migliore gestione della terapia ospedaliera e un più attento monitoraggio dei pazienti.