Vitamina D: un importante alleato?
Con vitamina D ci si riferisce comunemente a un gruppo di secosteroidi a funzione ormonale, dei quali la forma metabolicamente attiva è la 1,25-OH.1
La vitamina D è uno dei farmaci che ha subito il maggior incremento prescrittivo negli ultimi anni in Italia, passando dal 6,2% del 2013 al 12,6% del 2017.2
E’ ben nota l’ampia prevalenza di carenza di vitamina D in tutti i paesi del mondo3 e vari studi osservazionali hanno associato basse concentrazioni plasmatiche di vitamina D a problematiche dell’apparato locomotore (osteoporosi, fratture, forza muscolare, cadute) e malattie croniche non scheletriche come cancro, malattie cardiovascolari, malattie infettive, malattie autoimmuni e mortalità. La vitamina D riveste sia un ruolo immunomodulatorio, sia un ruolo protettivo nei confronti dello stress ossidativo e del danno mitocondriale.4,5 Pertanto, non è sorprendente che la carenza di vitamina D rientri tra i fattori che contribuiscono ad aumentare l’incidenza e la gravità di alcune malattie infettive, di malattie autoimmuni e di diverse malattie comuni correlate all’età, essendo noto il ruolo in esse ricoperto dallo stress ossidativo (per esempio nel diabete mellito e altre malattie metaboliche o nelle malattie cardiovascolari). Inoltre, dal punto di vista cardiovascolare, la carenza di vitamina D è associata a disfunzione endoteliale e aterosclerosi con conseguente ruolo nell’ipertrofia ventricolare sinistra, nell’ipertensione essenziale e in ultima istanza è risultata associata a un’aumentata mortalità cardiovascolare.
Tuttavia, questi dati non si traducono in prove sul beneficio clinico della supplementazione con vitamina D. A oggi la vitamina D è un trattamento cardine per la prevenzione di fratture ossee in persone con osteoporosi, tuttavia il suo utilizzo nella prevenzione o trattamento di altre patologie è molto discusso.
Che cosa dicono le revisioni
In particolare, tre revisioni sistematiche pubblicate negli ultimi anni hanno messo in dubbio la reale efficacia di questo farmaco. Nel 2014, Theodoratou e colleghi6 hanno svolto una revisione “a ombrello” analizzando 107 revisioni sistematiche relative all’efficacia della supplementazione con vitamina D su vari esiti di salute, mostrando come la sola somministrazione di vitamina D non abbia effetti significativi sulla densità ossea e sul rischio di fratture o cadute. In questo studio non è stato però analizzato l’effetto di un alto o basso dosaggio di vitamina D sugli esiti analizzati.
Più recentemente Autier e colleghi7 hanno analizzato gli effetti della supplementazione con vitamina D su esiti non ossei, attraverso una revisione sistematica di metanalisi e trial clinici. Questo studio ha concluso che la supplementazione con vitamina D riduce la mortalità per tutte le cause del 3% (limiti di confidenza al 95% da 1% a 6%) e la mortalità per neoplasie del 12% (limiti di confidenza al 95% da 2% a 22%) nella popolazione adulta o anziana, ma non ha effetto sul rischio e sulla progressione di patologie cardiovascolari, diabete, depressione, funzione muscolare, tubercolosi e neoplasie del colon-retto. Inoltre, questo studio ha rilevato un effetto della vitamina D sulla prevenzione delle patologie infettive del tratto respiratorio superiore del 12% (limiti di confidenza al 95% da 4% a 19%).
Infine, nel 2018, Bolland e colleghi8 hanno analizzato l’effetto della supplementazione con vitamina D su condizioni muscolo-scheletriche, attraverso un’analisi sequenziale di trial clinici, mostrando che tale supplementazione non ha alcuna efficacia sulla prevenzione di fratture o cadute e non ha alcun effetto significativo sulla densità ossea. La concomitante somministrazione di calcio non sembra ridurre il rischio di fratture nella popolazione che vive al domicilio, ma sembra invece efficace in quella istituzionalizzata. Questo studio inoltre non ha documentato alcuna differenza tra la supplementazione a basso o alto dosaggio.
La sicurezza del trattamento
Nessuno di questi studi si è focalizzato sulla sicurezza del trattamento con vitamina D. Tuttavia, in letteratura la maggior parte degli studi concorda che il trattamento è sicuro9-11 e pochi studi hanno evidenziato alcune problematiche. In particolare, è stato documentato che il trattamento con vitamina D è associato a ipercalcemia e ipercalciuria, ma non a un aumentato rischio di calcolosi renale.
Tali effetti sembrano indipendenti dalla dose di vitamina D utilizzata.12 Inoltre, una metanalisi che ha analizzato gli effetti legati all’assunzione di alte dosi (>100.000 UI) di vitamina D in monosomministrazione ha mostrato un aumento dei sintomi gastrointestinali (vomito), ipercalciuria e ipercalcemia dopo la somministrazione.13
Le prospettive
Per completezza, si segnala che sono attualmente in corso degli imponenti trial clinici che stanno esplorando altre possibili azioni della vitamina D. Sono il Vitamin D and Longevity Trial (VIDAL) nel Regno Unito14 e il Vitamin D and Omega-3 Trial (VITAL) negli Stati Uniti15.
In conclusione, non è tuttora quantificabile l’effetto della vitamina D in relazione a processi complessi quali l’invecchiamento, patologie croniche vascolari e infettive, neoplasie e parametri funzionali. Come rilevato dalle metanalisi sopra ricordate, le prove a favore della supplementazione di vitamina D sono scarse e non definitive, è probabile che il beneficio arrecato dalla supplementazione di vitamina D sia stato sovrastimato e l’appropriatezza prescrittiva non rispettata.
- Secosteroids - an overview. ScienceDirect Topics, https://www.sciencedirect.com/topics/neuroscience/secosteroids
- AIFA. L’uso dei farmaci in Italia - Rapporto OsMed 2017 http://www.aifa.gov.it/content/luso-dei-farmaci-italia-rapporto-osmed-2017
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- Theodoratou E, Tzoulaki I, et al. Vitamin D and multiple health outcomes: umbrella review of systematic reviews and meta-analyses of observational studies and randomised trials. BMJ 2014;348:g2035. CDI
- Autier P, Mullie P, et al. Effect of vitamin D supplementation on non-skeletal disorders: a systematic review of meta-analyses and randomised trials. Lancet Diabetes Endocrinol 2017;5:986-1004.
- Bolland M, Grey A, et al. Effects of vitamin D supplementation on musculoskeletal health: a systematic review, meta-analysis, and trial sequential analysis. Lancet Diabetes Endocrinol 2018;6:847-58.
- Malihi Z, Wu Z, et al. Noncalcemic adverse effects and withdrawals in randomized controlled trials of long-term vitamin D2 or D3 supplementation: a systematic review and meta-analysis. Nutr Rev 2017;75:1007-34. CDI
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- Vitamin D and Longevity (VIDAL) Trial: feasibility study of 1615 men and women aged 65-84 with cluster randomisation of 20 GP practices to open or double blind individual randomisation. https://www.researchgate.net/publication/329770618_Vitamin_D_and_Longevi...
- Pradhan A, Manson J. Update on the Vitamin D and OmegA-3 trial (VITAL). J Steroid
Emanuele Rocco Villani1, Graziano Onder1, Luca Pellizzari2
1 Centro Medicina dell’Invecchiamento, Policlinico A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma 2 Geriatria A, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona