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Reazioni avverse: repetita non iuvant
Come evitare di ridare un farmaco sospetto
Partendo dalla descrizione di tre casi, un gruppo di ricercatori olandesi1 propone l’utilizzo di un sistema elettronico che faccia scattare un allarme quando viene riprescritto un farmaco che ha già in passato causato un danno.Il primo caso riguarda una donna di 53 anni con una storia di allergia ai FANS nota, alla quale il medico sostituto per un dolore addominale ha prescritto supposte di diclofenac. Risultato: poco dopo aver assunto la prima dose la paziente ha sviluppato un esantema, vertigini e ipotensione. Trattata con adrenalina e desametasone, la donna si è poi ripresa. Il medico sostituto aveva mancato di leggere le informazioni sulla sua allergia presenti nella scheda del paziente. Il secondo caso riguarda un uomo di 82 anni con un Parkinson, trattato con aloperidolo per la comparsa di un delirium. La somministrazione del farmaco ha comportato un drastico peggioramento dei sintomi da Parkinson tanto che il trattamento, durante il ricovero, è stato sospeso. Tre mesi dopo lo stesso medico di famiglia, che pur aveva ricevuto la lettera di dimissione in cui si sottolineava il nesso tra aloperidolo e peggioramento del Parkinson, ha riprescritto l’aloperidolo con il medesimo risultato.
Il terzo caso riguarda una donna di 85 anni con un’ipercalcemia (3,06 mmol/l) riportata alla norma anche con l’interruzione della terapia con idroclorotiazide. A distanza di 10 mesi il medico di famiglia le ha riprescritto l’idroclorotiazide con ricomparsa dell’ipercalcemia.
In Italia esistono già dei software per i medici di medicina generale del tipo proposto dai ricercatori olandesi che avvisano quando viene riprescritto un farmaco che in passato ha dato origine a una reazione avversa. E’ necessario, però, che il medico di medicina generale pre registri le reazioni avverse in un’apposita sezione del software.
Bibliografia:
- Drug Saf 2010;33:535-8.