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Giovedì, Maggio 30, 2019

I rischi della profilassi antibiotica post chirurgica

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La profilassi antibiotica post intervento chirurgico non solo non ha una dimostrata efficacia, rispetto a quella pre intervento, ma si associa anche a un aumento del rischio di insufficienza renale e di infezioni da Clostridium difficile, tanto maggiore quanto più lunga è la durata della prescrizione.

Questi risultati vengono da uno studio di coorte statunitense multicentrico che ha analizzato i dati di 79.058 anziani sottoposti a intervento chirurgico e trattati con profilassi antibiotica pre e post chirurgica.

Il rischio di insufficienza renale acuta aumentava per ogni giorno aggiuntivo di profilassi dopo l’operazione (per gli interventi cardiaci l’odds ratio andava da 1,03 per i trattamenti inferiori ai due giorni a 1,82 per quelli superiori ai tre giorni; per gli interventi non cardiaci andava da 1,31 a 1,79). Parallelamente aumentava anche il rischio di infezione da Clostridium difficile (con odds ratio da 1,08 a 3,65 con l’allungarsi dei tempi della profilassi antibiotica).

Inoltre il prolungare la profilassi antibiotica non riduceva la frequenza di infezione della ferita chirurgica.

Il numero di casi da trattare per osservare un evento avverso (NNH) era decisamente basso per l’insufficienza renale (da 9 a 4, secondo la durata del trattamento) e più alto per l’infezione da clostridio (da 2000 a 50).

Particolarmente a rischio per l’insufficienza renale acuta era la somministrazione di vancomicina.

In base a quanto emerso appare chiaro che la profilassi antibiotica post chirurgica non solo non riduce il rischio di infezione della ferita ma si associa anche a importanti eventi avversi che sono tanto più frequenti quanto più prolungata è la profilassi. Rimane quindi l’indicazione alla sola profilassi antibiotica preoperatoria.

Branch-Elliman W, O'Brien W, et al. Association of duration and type of surgical prophylaxis with antimicrobial-associated adverse events. JAMA Surg 2019. DOI: 10.1001/jamasurg.2019.0569

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