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Giovedì, Settembre 20, 2018

Litio in gravidanza

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Secondo una metanalisi, il profilo di sicurezza del litio in gravidanza va valutato caso per caso. Analizzando 6 coorti madre-neonato provenienti da Canada, Danimarca, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia (22.124 gravidanze di donne con disturbo bipolare o depressione maggiore con parto tra il 2007 e il 2015, delle quali 727 con esposizione al farmaco) è emerso che l’assunzione durante la gestazione non si associa a un aumento di complicazioni della gravidanza o del parto. Il farmaco però influenza lo sviluppo del feto se preso nel primo trimestre di gravidanza, con aumento delle malformazioni gravi (odds ratio 1,71, limiti di confidenza al 95% da 1,07 a 2,72), ma non delle malformazioni gravi cardiache; inoltre l’uso del farmaco si associa a un aumento del rischio di ricovero in ospedale del neonato nei primi 28 giorni di vita (odds ratio 1,62, limiti di confidenza al 95% da 1,12 a 2,33).

Questi risultati suggeriscono che la somministrazione del litio, cui è riconosciuta la capacità di controllare le recidive di malattia, deve essere comunque attentamente ponderata in gravidanza.

Si segnala peraltro che una ricerca ancora più ampia condotta dal Brigham and Women’s Hospital e della Harvard Medical School ha stabilito che l’assunzione di litio nel primo trimestre comportava un rischio di malformazioni cardiache, in misura dose-dipendente.

Munk-Olsen T, Liu  X, et al. Maternal and infant outcomes associated with lithium use in pregnancy: an international collaborative meta-analysis of six cohort studies. Lancet Psychiatry 2018; DOI:https://doi.org/10.1016/S2215-0366(18)30180-9.

e-mail ricercatore: tmo@econ.au.dk

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