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Rubrica Fitovigilanza & Integratori
Erbe e farmaci cardiovascolari: riconoscere le interazioni
Un recente case report pubblicato su Pharmacotherapy [1] descrive il caso di un uomo di 46 anni afroamericano in cui l’assunzione di 8-10 gocce di mentolo al giorno, assunte per contrastare l’ambiente secco al lavoro, è probabilmente correlata alla diminuzione dell’INR (da 2,6 a 1,6) verificatasi 2 settimane dopo l’inizio della terapia con warfarin (50 mg/settimana). Nessuna riduzione era stata fatta nel dosaggio del warfarin e non erano state variate le terapie concomitanti e la dieta. Il paziente ha sospeso le gocce dopo cinque giorni e l’INR è tornato ai valori di 2,9. Nelle 5 settimane successive l’INR è rimasto stabile con la dose settimanale di 40 mg di warfarin. Questo è uno dei tanti esempi di interazione tra farmaci cardiovascolari e prodotti a base di erbe o altri prodotti naturali di cui si trovano casi aneddotici in letteratura, ma mancano studi sistematici.
L’American College of Cardiology riassume lo stato dell’arte in un recente lavoro [2]. Da questo articolo, con un adattamento al contesto italiano, è stata tratta la tabella a fianco.
Le interazioni riportate in tabella hanno diversi gradi di evidenza. Si passa dalla scarsa documentazione del rischio di allungamento dell’intervallo QT in pazienti che assumono echinacea e amiodarone, non confermato da una recente revisione sistematica che passa al setaccio tutte le interazioni di sei erbe tra cui l’echinacea,[3] ai molti case report che documentano come l’associazione tra gingko e anticoagulanti o antiaggreganti comporti un serio rischio di sanguinamento, non confermato anch’esso però da studi clinici. La stessa revisione non conferma, inoltre, l’aumento di sanguinamento da Serenoa repens e aglio in pazienti che assumono antiaggreganti e anticoagulanti.
Ci troviamo su un terreno in cui le prove sono poche e a volte contrastanti. Vale la pena per prima cosa di mantenere un dialogo con i pazienti in trattamento cronico con farmaci cardiovascolari sull’uso di altri prodotti naturali a base di erbe e non solo (anche gli omega-3 presenti nell’olio di pesce sono associati a un aumento del rischio emorragico [4]). Un’indagine condotta negli Stati Uniti qualche anno fa ha rilevato che il 40% degli intervistati credeva che assumere i farmaci prescritti dal medico insieme a prodotti naturali garantisse una maggiore efficacia rispetto all’assunzione separata [5]. Contribuire a non far nascere queste false illusioni è un dovere di ogni operatore sanitario.
L’American College of Cardiology riassume lo stato dell’arte in un recente lavoro [2]. Da questo articolo, con un adattamento al contesto italiano, è stata tratta la tabella a fianco.
Le interazioni riportate in tabella hanno diversi gradi di evidenza. Si passa dalla scarsa documentazione del rischio di allungamento dell’intervallo QT in pazienti che assumono echinacea e amiodarone, non confermato da una recente revisione sistematica che passa al setaccio tutte le interazioni di sei erbe tra cui l’echinacea,[3] ai molti case report che documentano come l’associazione tra gingko e anticoagulanti o antiaggreganti comporti un serio rischio di sanguinamento, non confermato anch’esso però da studi clinici. La stessa revisione non conferma, inoltre, l’aumento di sanguinamento da Serenoa repens e aglio in pazienti che assumono antiaggreganti e anticoagulanti.
Ci troviamo su un terreno in cui le prove sono poche e a volte contrastanti. Vale la pena per prima cosa di mantenere un dialogo con i pazienti in trattamento cronico con farmaci cardiovascolari sull’uso di altri prodotti naturali a base di erbe e non solo (anche gli omega-3 presenti nell’olio di pesce sono associati a un aumento del rischio emorragico [4]). Un’indagine condotta negli Stati Uniti qualche anno fa ha rilevato che il 40% degli intervistati credeva che assumere i farmaci prescritti dal medico insieme a prodotti naturali garantisse una maggiore efficacia rispetto all’assunzione separata [5]. Contribuire a non far nascere queste false illusioni è un dovere di ogni operatore sanitario.
Erbe | Farmaci | Interazione potenziale |
---|---|---|
Echinacea | Amiodarone | Aumento intervallo QT |
Statine | Aumento rischio epatotossicità | |
Aglio | Acido acetilsalicilico, clopidogrel, warfari | Aumento rischio sanguinamento |
Gingko biloba | Antidiabetici | Ipoglicemia |
Acido acetilsalicilico, warfarin | Aumento rischio sanguinamento | |
Ginseng | Antidiabetici | Ipoglicemia |
Digossina | Alterazione dei dosaggi ematici | |
Warfarin | Diminuzione efficacia | |
Liquirizia | Spironolattone | Aumento effetti |
Serenoa repens | Anticoagulanti e antiaggreganti | Aumento sanguinamento |
Soia | Warfarin | Diminuzione efficacia |
Iperico | Digossina | Diminuzione livelli sierici |
Clopidogrel | Aumento attività | |
Warfarin | Diminuzione efficacia | |
Simvastatina | Diminuzione efficacia | |
Antiaritmici | Diminuzione efficacia |
Bibliografia:
- Pharmacotherapy 2010;30:50e-52e.
- J Am Coll Cardiol 2010;55:515-25.
- Drugs 2009;69:1777-98. CDI #rrr#
- Australian Prescriber 2010:33:48-51.
- BMC Complementary and Alternative Medicine 2004;4:18. CDI #rrr#
a cura di Anita Conforti
Unità operativa di farmacologia medica,
Azienda ospedaliera universitaria integrata,
Verona
Unità operativa di farmacologia medica,
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Verona