L’ipocrita falsa verginità
Focus Farmacovigilanza è sempre stato particolarmente sensibile alla questione dei conflitti di interesse, tanto da avere introdotto un sistema di segnalazione al lettore dei possibili conflitti di interesse relativi alle fonti usate per i vari articoli. Non bisogna infatti dimenticare che Focus non è una rivista che pubblica articoli di ricerca o rassegne originali ma un bollettino che divulga notizie nel campo della farmacovigilanza e le commenta. Si tratta perciò di una rivista di letteratura terziaria, di divulgazione medico-scientifica. Il problema dei conflitti di interesse si sposta quindi anche dall’autore dell’articolo per la nostra rivista agli autori degli articoli pubblicati in letteratura scientifica (vedi le regole definite dall'International Committee of Medical Journal Editors - ICMJE). Noi crediamo fermamente che i conflitti di interesse influenzino i risultati delle ricerche ma che l’unico modo per ovviare a questa situazione non sia fingere di risolvere il problema creandosi uno schermo di solo apparente verginità (la frase “nessuno di noi ha conflitti di interesse” è quanto meno ipocrita visto che i conflitti di interesse non sono solo quelli economici, ma anche accademici, intellettuali, politici e religiosi, etc etc), ma è all’opposto portare alla luce i conflitti stessi e renderli palesi. Atteggiamento peraltro che è assunto da tutte le più importanti riviste scientifiche internazionali le quali non vietano certo ai ricercatori con conflitti d’interesse di pubblicare i loro lavori sulle loro testate, ma impongono che essi siano resi trasparenti. Per quanto riguarda Focus il direttore, il coordinatore scientifico, il coordinatore editoriale e il comitato di redazione non devono avere conflitti d’interesse (e al riguardo non ci si può limitare ai fondi di ricerca ma anche al fatto se l’editore per cui lavorano accetta per esempio pubblicità da parte di aziende del farmaco).
Per quanto concerne gli autori esterni a Focus questi sono per lo più clinici o farmacologi o farmacologi clinici che partendo dalla letteratura scientifica forniscono sintesi o novità nel campo della farmacovigilanza, indicando sempre la presenza o meno di conflitti di interesse nelle fonti che utilizzano.
Crediamo quindi che la proposta (vedi box) di “degradare” i bollettini nei quali scrivono autori con conflitti di interesse sia non solo fuori dal tempo rispetto alle discussioni in corso nella letteratura medico-scientifica internazionale sui conflitti di interesse, ma anche inapplicabile (qual è il clinico o il ricercatore che non ha conflitti d’interesse?), se non a costo di rinunciare a importanti contributi scientifici, che in alcuni campi sono indispensabili. Pensiamo invece che sia fondamentale sensibilizzare i lettori sul tema dei conflitti di interesse, far loro capire il peso che hanno, rendendo palesi i conflitti stessi.
In tal senso bisognerebbe:
- avere una dichiarazione di conflitti di interesse per ogni membro della redazione, da conservare e aggiornare
- avere una dichiarazione di conflitti di interesse da parte degli autori degli articoli che indichino se hanno conflitti rispetto al tema che viene trattato
- indicare sempre, per ogni articolo della bibliografia, se questo ha o no conflitti di interesse dichiarati e di che livello.
Quest’ultimo punto che realizza solo Focus tra tutti i bollettini ISDB è la vera novità per le riviste di divulgazione come le nostre perché consente al lettore di avere un atteggiamento critico rispetto a quanto legge e di farsi una propria opinione non sulla base di quanto dice l’autore, ma anche di quanto solide e non influenzate da conflitti di interesse sono le fonti citate.
Non è da sottovalutare il fatto che un numero non indifferente di bollettini/ riviste ISDB verrebbe declassato a essere di secondo livello!
Conflict of interest policy
The policy of ISDB on conflict of interest (CoI) was discussed. All members agreed that the editorial team of a bulletin must be free from any CoI with pharmaceutical and healthcare related companies as stated in the ISDB constitution (article 2a). Some ISDB bulletins are able to use in-house editors to prepare all their articles and therefore can be considered to be completely free from CoI. Other bulletins commission external authors to contribute to articles and, in this case, CoI may arise when external authors have CoI. The majority of Committee members agreed that external authors should be free from CoI as well. A question was raised about institutions that publish bulletins and also undertake research sponsored by pharmaceutical companies, but the issue was not discussed in depth. There was discussion about whether the General Assembly should vote on an amendment to the constitution to state that to be granted full membership bulletins should not use external authors with potential CoI. Concern was expressed that a vote could split ISDB. The Committee voted in favour (seven for, three against) of holding a vote at the General Assembly. Therefore the Committee will put a resolution to the 2015 General Assembly proposing an amendment to the ISDB constitutions in the following terms:
• External authors should be free from CoI for the bulletin to be granted full membership.
• There will be a three-year period for full members to adjust to this new situation.
• The three-year adjustment period will not apply to new members.
When the new regulations come into effect, bulletins that have external authors with CoI or directly undertake sponsored research will be granted associate membership. These bulletins will be allowed to use an ‘ISDB Associate Member’ logo. In the coming months the Committee will discuss ways to reinforce and promote an active role of associate members within the ISDB.
In addition, the Committee will explore how to expand the network and liaise more closely with other organisations that also produce information on drugs and therapeutics (blogs and similar platforms) but not necessarily bulletins as such, and enquire about their interest in becoming associate members.
ISDB Newsletter - Vol. 29 No. 2 November 2014
*Università e AOUI di Verona
**Centro di Farmacovigilanza Regione Lombardia
***Zadig, Editore