Il cuore non rischia con la fenilefrina oculare
Una metanalisi condotta da oculisti di Melbourne sulla base di 8 studi controllati e randomizzati (916 pazienti adulti) esclude che la fenilefrina in gocce oculari abbia effetti sistemici significativi se non nei primissimi minuti dall’instillazione. Dai dati disponibili risulta che la somministrazione di una soluzione del farmaco midriatico al 2,5% non modifica né pressione arteriosa, né la frequenza cardiaca. Con una concentrazione al 10% era invece possibile rilevare al quinto o al decimo minuto un lieve aumento della pressione arteriosa (+15 mm Hg, limiti di confidenza al 95% da 11,94 a 18,54) statisticamente significativo (p<0,001) ma di dubbio significato clinico, tanto più che declinava nel giro di una mezz'ora e non era apprezzabile dopo un’ora dall’instillazione. Analogamente, la frequenza cardiaca aumentava dopo 20-30 minuti (+4,48 pulsazioni al minute, limiti di confidenza da 1,09 a 7,88, p<0,01) e si normalizzava entro 60 minuti.
Anche nei 3 studi in cui la catecolamina era somministrata insieme alla tropicamide, un midriatico parasimpaticolitico, non si evidenziavano effetti significativi sui parametri considerati.
Negli ambulatori oculistici, la midriasi viene in genere indotta senza verificare i livelli pressori e la frequenza cardiaca.
Questi dati indicano che questa pratica non rappresenta un rischio per i pazienti, anche quando si tratta di pazienti anziani e/o con cardiopatie.
Stavert B, McGuinness MBA, et al. Cardiovascular adverse effects of phenylephrine eyedrops: a systematic review and meta-analysis. JAMA Ophthalmol 2015; doi:10.1001/jamaophthalmol.2015.0325.