Formaldeide e sigarette elettroniche
Una lettera al New England Journal of Medicine, scritta da cinque ricercatori della Portland State University, riporta l’attenzione sulla sicurezza delle sigarette elettroniche e in particolare sulla formazione di formaldeide.1
I liquidi delle sigarette elettroniche sono tipicamente soluzioni di glicole propilenico, glicerolo o entrambi, più nicotina e aromatizzanti. Durante il processo di vaping delle sigarette elettroniche si formano degli emiacetali contenenti formaldeide, un prodotto noto di degradazione del glicole propilenico che reagisce con il glicole propilenico stesso e il glicerolo durante la vaporizzazione per produrre emiacetali. In campionamenti eseguiti sull’aerosol prodotto dalle sigarette elettroniche, più del 2% delle molecole di solvente totali sono convertite in agenti che rilasciano la formaldeide, raggiungendo concentrazioni superiori a quelle della nicotina.
Non è noto quale sia il comportamento degli agenti rilascianti la formaldeide nelle vie respiratorie, ma è noto che la formaldeide è posta dallo IARC di Lione nel gruppo 1 delle sostanze cancerogene. Negli esperimenti condotti oltreoceano si è calcolato che un utilizzatore di sigarette elettroniche che “vaporizza” a una velocità di 3 ml al giorno potrebbe inalare 14,4 ± 3,3 mg di formaldeide al giorno. Secondo gli autori si tratta di una stima conservativa, che sottostima i valori. A confronto, una sigaretta tradizionale in media rilascia circa 150 g di formaldeide, cioè 3 mg per un pacchetto di 20 sigarette. Presupponendo che l’inalazione degli agenti rilascianti formaldeide comporti lo stesso rischio per unità di formaldeide di quello associato a inalare la stessa formaldeide in forma gassosa, allora l’uso della sigaretta elettronica a lungo termine è associato a un rischio incrementale di cancro durante la vita di 4,2x10-3. Un rischio che sarebbe significativamente più alto di quello associato al fumo di sigaretta a lungo termine.
- N Engl J Med 2015;372:392-4. CDI