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A chi serve il bugiardino?
A molti il foglietto illustrativo dei farmaci sembra più garantire l’azienda farmaceutica rispetto a possibili eventi avversi legati al farmaco che non il cittadino che lo usa.
Che cosa può comprendere l’utilizzatore delle informazioni contenute in lunghi elenchi di possibili effetti avversi? Forse può venirgli la tentazione di non prendere il farmaco temendo che gli capitino tutte le disgrazie puntigliosamente elencate.
Quasi sempre il foglietto informativo dei farmaci è di difficile lettura, scritto piccolo e può essere causa di confusione quando non di preoccupazione contenendo numerosi avvisi su possibili quanto improbabili effetti collaterali piuttosto che interazioni con altre terapie di cui evidentemente il cittadino non ha conoscenza. Il tutto in un linguaggio spesso astruso e comunque lontano da quello del paziente tanto da indurre l’Agenzia europea del farmaco (EMEA) a introdurre l’obbligo di condurre test di leggibilità: gruppi mirati di pazienti devono dire quanto il bugiardino sia leggibile, chiaro e di facile impiego.
Ciò a fronte di un crescente interesse della popolazione nei riguardi dei problemi di salute. Nel 2008 la ricerca "Popolazione italiana e modelli di assunzione delle informazioni sul farmaco", realizzata da Added Value Italia su un campione di 1.000 cittadini rappresentativi della popolazione italiana, ha rilevato come il 70% delle persone si informino sui temi di salute; il 41%, principalmente donne (35-54 anni) o persone con scolarità medio-alta/alta, lo fa con regolarità attraverso Internet (32%), amici o parenti (28%), trasmissioni radiotelevisive (23%), leggendo quotidiani e inserti specializzati (17%), utilizzando almeno 3 canali informativi su quattro. Sempre secondo la ricerca il 70% della popolazione leggerebbe le informazioni sui farmaci se il Ministero della salute o un altro organismo pubblico le distribuisse. Il 33% della popolazione ha acquisito informazioni sul farmaco anche dopo la prescrizione del medico e di questi ben il 77% ha letto il foglietto illustrativo. Amici e parenti, il farmacista e la navigazione su Internet sono risultati gli ulteriori canali informativi utilizzati.
Nell’analisi condotta da Altroconsumo sui foglietti illustrativi dei 18 farmaci venduti in Italia emergono inoltre carenze sulle istruzioni di utilizzo corretto (per esempio in 10 manca la durata massima del trattamento), sulle precauzioni, sull’assunzione temporanea di alcol (presenti solo in 6 su 18). In nessuno dei foglietti compare un numero di telefono da contattare in caso di insorgenza di problemi. Una spia questa di scarsa attenzione alla farmacovigilanza. Per quanto riguarda chiarezza e comprensibilità, per Altroconsumo lo sforzo fatto sui foglietti illustrativi dei farmaci da automedicazione in Italia a partire dal 1997 ha permesso di raggiungere qualche risultato, anche se il lavoro di revisione deve essere completato. I foglietti illustrativi dei farmaci da prescrizione, non sottoposti ad alcuna revisione (tranne che al momento del rinnovo dell’autorizzazione alla commercializzazione o nei casi di problemi di sicurezza), sono talvolta dei veri e propri trattati di medicina in miniatura, del tutto incomprensibili ai più e quindi inutili per il loro scopo primario. Altroconsumo sottolinea come, oltre al foglietto interno, sarebbe utile avere informazioni chiare anche sulla scatola dei farmaci, inserendo i modi d’uso, le avvertenze e simboli grafici chiari e diretti.
In effetti talvolta in passato queste particolari istruzioni per l’uso tendevano a sorvolare su difetti ed effetti indesiderati del farmaco per esaltarne i pregi e l’efficacia, oggi grazie a restrizioni legislative che hanno imposto regole più rigide e anche a una maggiore attenzione dei consumatori nell’assumere farmaci si è forse arrivati a ottenere che siano riportate sul foglietto illustrativo tutte le notizie importanti riguardo al farmaco. Il problema ora è il modo in cui sono riportate. Attualmente la critica più diffusa è che questi strumenti, rivolti ai consumatori e non in prima battuta agli operatori sanitari, restino comunque incomprensibili anche a una lettura attenta e scrupolosa, sia per la tecnicità delle informazioni, sia per l’accumulo di notizie in così poco spazio. Non far capire è quasi peggio che non dire e ciò giustifica in parte l’appellativo ben noto di "bugiardino", anche se questo in realtà ha tutt’altra origine etimologica. Il termine, secondo l’Accademia della crusca, sarebbe senese: "si indicava in passato con il termine ‘bugiardo’ la locandina dei quotidiani esposta fuori dalle edicole". Date le ridotte dimensioni del foglietto illustrativo, si sarebbe optato per il diminutivo "bugiardino".
Che cosa può comprendere l’utilizzatore delle informazioni contenute in lunghi elenchi di possibili effetti avversi? Forse può venirgli la tentazione di non prendere il farmaco temendo che gli capitino tutte le disgrazie puntigliosamente elencate.
Quasi sempre il foglietto informativo dei farmaci è di difficile lettura, scritto piccolo e può essere causa di confusione quando non di preoccupazione contenendo numerosi avvisi su possibili quanto improbabili effetti collaterali piuttosto che interazioni con altre terapie di cui evidentemente il cittadino non ha conoscenza. Il tutto in un linguaggio spesso astruso e comunque lontano da quello del paziente tanto da indurre l’Agenzia europea del farmaco (EMEA) a introdurre l’obbligo di condurre test di leggibilità: gruppi mirati di pazienti devono dire quanto il bugiardino sia leggibile, chiaro e di facile impiego.
Ciò a fronte di un crescente interesse della popolazione nei riguardi dei problemi di salute. Nel 2008 la ricerca "Popolazione italiana e modelli di assunzione delle informazioni sul farmaco", realizzata da Added Value Italia su un campione di 1.000 cittadini rappresentativi della popolazione italiana, ha rilevato come il 70% delle persone si informino sui temi di salute; il 41%, principalmente donne (35-54 anni) o persone con scolarità medio-alta/alta, lo fa con regolarità attraverso Internet (32%), amici o parenti (28%), trasmissioni radiotelevisive (23%), leggendo quotidiani e inserti specializzati (17%), utilizzando almeno 3 canali informativi su quattro. Sempre secondo la ricerca il 70% della popolazione leggerebbe le informazioni sui farmaci se il Ministero della salute o un altro organismo pubblico le distribuisse. Il 33% della popolazione ha acquisito informazioni sul farmaco anche dopo la prescrizione del medico e di questi ben il 77% ha letto il foglietto illustrativo. Amici e parenti, il farmacista e la navigazione su Internet sono risultati gli ulteriori canali informativi utilizzati.
L’indagine di Altroconsumo
Comprendere il contenuto del bugiardino dovrebbe essere un modo per salvaguardare la propria salute, ma l’ostacolo, come detto, è la leggibilità. Tra l’altro è sorprendente che lo stesso farmaco abbia foglietti illustrativi diversi nei vari Paesi europei. Un’inchiesta di Altroconsumo1 condotta nel 2007 in Belgio, Italia, Portogallo e Spagna sui foglietti illustrativi di 18 farmaci tra i più venduti in Europa con lo stesso nome ha infatti rilevato la presenza di indicazioni differenti per gli stessi medicinali nei quattro Paesi oggetto dell’indagine, oltre che carenze di chiarezza espositiva. Afferma il periodico per la tutela dei consumatori: il foglietto illustrativo è "un’ occasione persa per fare arrivare ai consumatori informazioni univoche, chiare e utili per l’assunzione del prodotto, come gli effetti indesiderati, le interazioni con altri farmaci e le dosi di assunzione".Nell’analisi condotta da Altroconsumo sui foglietti illustrativi dei 18 farmaci venduti in Italia emergono inoltre carenze sulle istruzioni di utilizzo corretto (per esempio in 10 manca la durata massima del trattamento), sulle precauzioni, sull’assunzione temporanea di alcol (presenti solo in 6 su 18). In nessuno dei foglietti compare un numero di telefono da contattare in caso di insorgenza di problemi. Una spia questa di scarsa attenzione alla farmacovigilanza. Per quanto riguarda chiarezza e comprensibilità, per Altroconsumo lo sforzo fatto sui foglietti illustrativi dei farmaci da automedicazione in Italia a partire dal 1997 ha permesso di raggiungere qualche risultato, anche se il lavoro di revisione deve essere completato. I foglietti illustrativi dei farmaci da prescrizione, non sottoposti ad alcuna revisione (tranne che al momento del rinnovo dell’autorizzazione alla commercializzazione o nei casi di problemi di sicurezza), sono talvolta dei veri e propri trattati di medicina in miniatura, del tutto incomprensibili ai più e quindi inutili per il loro scopo primario. Altroconsumo sottolinea come, oltre al foglietto interno, sarebbe utile avere informazioni chiare anche sulla scatola dei farmaci, inserendo i modi d’uso, le avvertenze e simboli grafici chiari e diretti.
In effetti talvolta in passato queste particolari istruzioni per l’uso tendevano a sorvolare su difetti ed effetti indesiderati del farmaco per esaltarne i pregi e l’efficacia, oggi grazie a restrizioni legislative che hanno imposto regole più rigide e anche a una maggiore attenzione dei consumatori nell’assumere farmaci si è forse arrivati a ottenere che siano riportate sul foglietto illustrativo tutte le notizie importanti riguardo al farmaco. Il problema ora è il modo in cui sono riportate. Attualmente la critica più diffusa è che questi strumenti, rivolti ai consumatori e non in prima battuta agli operatori sanitari, restino comunque incomprensibili anche a una lettura attenta e scrupolosa, sia per la tecnicità delle informazioni, sia per l’accumulo di notizie in così poco spazio. Non far capire è quasi peggio che non dire e ciò giustifica in parte l’appellativo ben noto di "bugiardino", anche se questo in realtà ha tutt’altra origine etimologica. Il termine, secondo l’Accademia della crusca, sarebbe senese: "si indicava in passato con il termine ‘bugiardo’ la locandina dei quotidiani esposta fuori dalle edicole". Date le ridotte dimensioni del foglietto illustrativo, si sarebbe optato per il diminutivo "bugiardino".
Bibliografia:
- SALUTEST 2007;AGO:69.
Mario Celebrano
medico di medicina generale,
Verona
medico di medicina generale,
Verona