Anticolinergici e aumento del rischio di confusione mentale o demenza
L’impiego di anticolinergici negli anziani si associa a un aumento dei ricoveri per episodi di confusione mentale e demenza. La segnalazione proviene dall’analisi retrospettiva su un arco temporale di 2 anni effettuata dall’Università di Adelaide sul programma assistenziale dell’Australian Department of Veterans’ Affairs. Tra gli iscritti al programma, tutti ultrasessantenni, c’era chi aveva fatto uso di quantitativi alti o moderati di questa classe di farmaci. Rispetto ai soggetti non trattati con anticolinergici, si osservava un aumento del rischio di ospedalizzazione per confusione mentale o demenza a partire da 2 prescrizioni nell’anno precedente l’inizio dello studio (rapporto tra tassi di incidenza 2,58, limiti di confidenza al 95% da 1,91 a 3,48). Rischio che aumentava con 3 o più prescrizioni sempre su base annua (rapporto tra tassi di incidenza 3,87, limiti di confidenza da 1,83 a 8,21). L’associazione si è confermata anche escludendo i soggetti che facevano uso di antipsicotici.
La prescrizione di antagonisti colinergici in età avanzata deve pertanto essere limitata a casi selezionati senza predisposizione o situazioni in atto di compromissione cognitiva e dopo aver escluso alternative terapeutiche.
Kalisch Ellett LM, Pratt NL, et al. Multiple anticholinergic medication use and risk of hospital admission for confusion or dementia. J Am Geriatr Soc 2014;62:1916-22.
e-mail ricercatore: lisa.kalisch@unisa.edu.au