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Rubrica Farmaci & Gravidanza
La vaccinazione anti influenza pandemica in gravidanza
Focus Farmacovigilanza 2014;84(5):6
I rischi connessi all’infezione influenzale nelle donne in gravidanza sono stati riconosciuti da molto tempo.1
La pandemia del virus influenzale A/H1N1 della stagione 2009-2010 non ha fatto eccezione: le donne in gravidanza erano a maggior rischio di contrarre una forma grave di influenza A/H1N1 rispetto alla popolazione generale e quelle che hanno contratto l’infezione hanno avuto una maggiore frequenza di esiti di gravidanza negativi rispetto a quelle che non hanno contratto il virus.2,3 Nonostante i dati di sicurezza fossero limitati, le donne in gravidanza sono state incluse nelle categorie prioritarie nei programmi di vaccinazione contro A/H1N1. Questa particolare attenzione ha reso disponibili molti dati per valutazioni retrospettive della sicurezza del vaccino, che oggi sono disponibili. L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) coordinò un monitoraggio della sicurezza del vaccino in tutta Europa, dato che al momento della messa in commercio, per l’urgenza della vaccinazione, non esisteva nessun dato clinico sull’uso del vaccino. In Italia nella popolazione si era diffusa la preoccupazione sui rischi del vaccino e degli adiuvanti in esso contenuti e il fenomeno aveva interessato anche la categoria delle gestanti. Per valutare le conseguenze fetali e neonatali associate alla somministrazione del vaccino A/H1N1 durante la gravidanza è stato condotto uno studio osservazionale di coorte4 tra il 1 ottobre 2009 e il 30 settembre 2010 su donne residenti in Lombardia, di età compresa tra i 12 e i 55 anni, che avevano partorito tra la 23° e la 45° settimana di gestazione. Lo studio di Trotta et al. è stato coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’ufficio Prevenzione, l’Ufficio di epidemiologia e il Centro di farmacovigilanza della Regione Lombardia.
Le donne vaccinate (esposte) sono state confrontate con le donne eleggibili alla vaccinazione ma non vaccinate (non esposte) al fine di valutare le conseguenze dell’esposizione al vaccino. Tra le conseguenze a carico della madre sono stati analizzati i seguenti parametri: tipo di parto, accesso all’unità di terapia intensiva, preeclampsia/eclampsia, morte (durante o post partum) e diabete gestazionale.
Tra le conseguenze fetali e neonatali sono stati valutati i seguenti parametri: morti perinatali, parto prematuro, accesso alla rianimazione neonatale e alle cure intensive neonatali e malformazioni congenite.
Le donne in gravidanza eleggibili erano 86.171, di cui 6.246 erano state vaccinate. Di esse 3.615 (57,9%) avevano ricevuto la vaccinazione nel terzo trimestre di gestazione e 2.557 (40,9%) nel secondo trimestre.
Non è stata osservata alcuna differenza statisticamente significativa tra le donne esposte e le non esposte alla vaccinazione negli esiti selezionati con l’eccezione di un limitato aumento della prevalenza di diabete gestazionale (odds ratio aggiustato: 1,26, limiti di confidenza al 95% da 1,04 a 1,53) e di preeclampsia/eclampsia (odds ratio aggiustato: 1,19, limiti di confidenza al 95% da 1,02 a 1,39) nelle donne vaccinate rispetto alle non vaccinate.
Le conseguenze fetali e neonatali erano simili nei due gruppi di donne. Sono state rilevate malformazioni congenite nel gruppo delle donne esposte, ma il dato non era statisticamente significativo.
Questo studio fornisce importanti informazioni relative alla sicurezza in gravidanza del vaccino H1N1 che, rispetto al passato, sostengono una maggiore fiducia verso le campagne di vaccinazione che coinvolgono le donne in gravidanza. Sarebbe tuttavia importante realizzare metanalisi di tutti gli studi disponibili per confermare la sicurezza del vaccino, anche a fronte dell’eventualità di nuove pandemie. Certamente esiste la necessità di continue ricerche sulla vaccinazione durante la gravidanza per far luce sulle attuali incertezze quali la sicurezza degli adiuvanti contenuti nel vaccino o le conseguenze della vaccinazione nel primo trimestre di gravidanza (non valutate in questa analisi).
Gli studi osservazionali e la sorveglianza in “tempo reale” svolgono un ruolo centrale nel monitorare la sicurezza dei vaccini durante la gravidanza, ma sarebbe auspicabile aumentare le collaborazioni a livello internazionale per allineare i metodi di ricerca e gli strumenti di raccolta dei dati al fine di ridurre l’eterogeneità tra gli studi osservazionali e di poter beneficiare di future metanalisi di dati aggregati di diversi studi o di dati individuali.5
La pandemia del virus influenzale A/H1N1 della stagione 2009-2010 non ha fatto eccezione: le donne in gravidanza erano a maggior rischio di contrarre una forma grave di influenza A/H1N1 rispetto alla popolazione generale e quelle che hanno contratto l’infezione hanno avuto una maggiore frequenza di esiti di gravidanza negativi rispetto a quelle che non hanno contratto il virus.2,3 Nonostante i dati di sicurezza fossero limitati, le donne in gravidanza sono state incluse nelle categorie prioritarie nei programmi di vaccinazione contro A/H1N1. Questa particolare attenzione ha reso disponibili molti dati per valutazioni retrospettive della sicurezza del vaccino, che oggi sono disponibili. L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) coordinò un monitoraggio della sicurezza del vaccino in tutta Europa, dato che al momento della messa in commercio, per l’urgenza della vaccinazione, non esisteva nessun dato clinico sull’uso del vaccino. In Italia nella popolazione si era diffusa la preoccupazione sui rischi del vaccino e degli adiuvanti in esso contenuti e il fenomeno aveva interessato anche la categoria delle gestanti. Per valutare le conseguenze fetali e neonatali associate alla somministrazione del vaccino A/H1N1 durante la gravidanza è stato condotto uno studio osservazionale di coorte4 tra il 1 ottobre 2009 e il 30 settembre 2010 su donne residenti in Lombardia, di età compresa tra i 12 e i 55 anni, che avevano partorito tra la 23° e la 45° settimana di gestazione. Lo studio di Trotta et al. è stato coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’ufficio Prevenzione, l’Ufficio di epidemiologia e il Centro di farmacovigilanza della Regione Lombardia.
Le donne vaccinate (esposte) sono state confrontate con le donne eleggibili alla vaccinazione ma non vaccinate (non esposte) al fine di valutare le conseguenze dell’esposizione al vaccino. Tra le conseguenze a carico della madre sono stati analizzati i seguenti parametri: tipo di parto, accesso all’unità di terapia intensiva, preeclampsia/eclampsia, morte (durante o post partum) e diabete gestazionale.
Tra le conseguenze fetali e neonatali sono stati valutati i seguenti parametri: morti perinatali, parto prematuro, accesso alla rianimazione neonatale e alle cure intensive neonatali e malformazioni congenite.
Le donne in gravidanza eleggibili erano 86.171, di cui 6.246 erano state vaccinate. Di esse 3.615 (57,9%) avevano ricevuto la vaccinazione nel terzo trimestre di gestazione e 2.557 (40,9%) nel secondo trimestre.
Non è stata osservata alcuna differenza statisticamente significativa tra le donne esposte e le non esposte alla vaccinazione negli esiti selezionati con l’eccezione di un limitato aumento della prevalenza di diabete gestazionale (odds ratio aggiustato: 1,26, limiti di confidenza al 95% da 1,04 a 1,53) e di preeclampsia/eclampsia (odds ratio aggiustato: 1,19, limiti di confidenza al 95% da 1,02 a 1,39) nelle donne vaccinate rispetto alle non vaccinate.
Le conseguenze fetali e neonatali erano simili nei due gruppi di donne. Sono state rilevate malformazioni congenite nel gruppo delle donne esposte, ma il dato non era statisticamente significativo.
Questo studio fornisce importanti informazioni relative alla sicurezza in gravidanza del vaccino H1N1 che, rispetto al passato, sostengono una maggiore fiducia verso le campagne di vaccinazione che coinvolgono le donne in gravidanza. Sarebbe tuttavia importante realizzare metanalisi di tutti gli studi disponibili per confermare la sicurezza del vaccino, anche a fronte dell’eventualità di nuove pandemie. Certamente esiste la necessità di continue ricerche sulla vaccinazione durante la gravidanza per far luce sulle attuali incertezze quali la sicurezza degli adiuvanti contenuti nel vaccino o le conseguenze della vaccinazione nel primo trimestre di gravidanza (non valutate in questa analisi).
Gli studi osservazionali e la sorveglianza in “tempo reale” svolgono un ruolo centrale nel monitorare la sicurezza dei vaccini durante la gravidanza, ma sarebbe auspicabile aumentare le collaborazioni a livello internazionale per allineare i metodi di ricerca e gli strumenti di raccolta dei dati al fine di ridurre l’eterogeneità tra gli studi osservazionali e di poter beneficiare di future metanalisi di dati aggregati di diversi studi o di dati individuali.5
Bibliografia:
- Infl Other Resp Viruses 2013;7:1033-9.
- Brit Med J 2011;342:d3214. CDI
- Lancet 2009;374:451-8. CDI
- Brit Med J 2014;348:g3361. CDI
- Brit Med J 2014;348:g3500. CDI
Irma Convertino e Marco Tuccori
Sezione di Monitoraggio delle Reazioni Avverse ai Farmaci, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Centro FV Toscana
Sezione di Monitoraggio delle Reazioni Avverse ai Farmaci, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Centro FV Toscana