Testosterone ed eventi cardiovascolari
La terapia con testosterone può associarsi a un aumento del rischio cardiovascolare e della mortalità. A segnalarlo è uno studio statunitense pubblicato su JAMA1 e condotto a seguito del preoccupante incremento dei trattamenti con testosterone in età avanzata negli Stati Uniti (di cinque volte negli ultimi dieci anni) e dei risultati di un recente studio randomizzato che è stato interrotto perché il gruppo di soggetti cardiopatici trattato con testosterone aveva più eventi cardiovascolari dei controlli.
I ricercatori hanno disegnato uno studio di coorte retrospettivo nazionale usando il database dei veterani statunitensi e analizzando il destino di 8.709 soggetti che erano stati sottoposti a coronarografia e avevano livelli bassi di testosterone (inferiori a 300 ng/dl). Di questi 1.223 avevano iniziato un trattamento sostitutivo con testosterone dopo oltre un anno dall’esame coronarico.
Nei 7.486 pazienti non trattati con testosterone ci sono stati 681 morti, 420 casi di infarto miocardico e 486 di ictus, nei 1.223 trattati ci sono stati 67 morti, 23 casi di infarto miocardico e 33 di ictus. Ciò significa una percentuale cumulativa di eventi cardiovascolari del 19,9% nei soggetti non trattati rispetto al 25,7% nei trattati con testosterone (differenza di rischio assoluto: 5,8%). Il dato rimaneva significativo anche dopo la correzione per diversi fattori di confondimento.
I dati emersi in questo studio sembrano in linea con le preoccupazioni emerse sulla sicurezza del testosterone a livello cardiovascolare. La terapia sostitutiva con l’ormone in soggetti anziani sembra non avere giustificazione, specie se si associa, come tutto farebbe pensare, a un incremento significativo degli eventi cardiovascolari maggiori.
- JAMA 2013;310:1829-36. CDI