Rischio di degenerazione maculare con acido acetilsalicilico
Il Beaver Dam Eye Study, un’indagine longitudinale di popolazione condotta nello stato federale del Wisconsin per valutare le patologie oculari dell’anziano segnala che l’uso regolare di acido acetilsalicilico nell’ultimo decennio si associa a un aumento del rischio piccolo, ma statisticamente significativo, di sviluppare la degenerazione maculare senile. Sono stati eseguiti controlli quinquennali per 20 anni (dal 1988-1990 al 2008-2010) su ciascuno dei 4.926 soggetti arruolati (età all’ingresso dello studio 43-86 anni, età media 62 anni, 56,1% donne) ai quali è stato chiesto se assumevano acido acetilsalicilico almeno 2 volte la settimana per più di 3 mesi e, in caso di risposta positiva (n=1.101, 22,6%), sono state acquisite ulteriori informazioni sulla frequenza e la posologia in modo da ottenere una stima di dose in milligrammi. Dopo un follow up mediano di 14,8 anni, sono stati individuati i casi incidenti di degenerazione maculare e classificati nella forma precoce (n=512) e tardiva (n=117), quest’ultima ulteriormente distinta in neovascolare o atrofica. Solo per la forma tardiva si poteva stabilire una relazione con l’uso di acido acetilsalicilico (hazard ratio 1,63, limiti di confidenza al 95% da 1,01 a 2,63) il che corrispondeva a un’incidenza stimata dell’1,76% (limiti di confidenza al 95% da 1,17% a 2,64%) nei soggetti che ne fanno uso e dell’1,03% (limiti di confidenza al 95% da 0,7% a 1,51%) nei soggetti che non ne fanno uso. In una sottoanalisi, tale rischio risultava riconducibile unicamente a un aumento della forma neovascolare (hazard ratio 2,2, limiti di confidenza al 95% da 1,20 a 4,15). Se il farmaco era stato usato 5 o 10 anni prima rispetto all’esame della retina, non si rilevava un aumento del rischio. Non emergeva inoltre un effetto dose-dipendente.
Dallo studio emerge che l’impiego regolare di acido acetilsalicilico aumenta di poco la predisposizione alla degenerazione maculare e i dati raggiungono la significatività statistica solo per la forma tardiva. Considerando però quante sono le persone che utilizzano questo farmaco (gli autori dello studio stimano quasi il 20% della popolazione statunitense), oltrettutto in misura crescente con l’avanzare dell’età, il numero assoluto di casi della malattia in cui è potenzialmente implicato diventa consistente. Del resto il rischio contenuto di degenerazione maculare si confronta con una serie di benefici provati dell’acido acetilsalico.
Klein BEK, Howard KP, et al. Long-term use of aspirin and age-related macular degeneration. JAMA 2012;308:2469-78.
e-mail ricercatore: kleinb@epi.ophth.wisc.edu