Una sindrome autoimmune da acido lipoico 
Per conoscere e valutare i potenziali rischi associati all’uso dei prodotti naturali è attivo in Italia dal 2002 un sistema di raccolta e sorveglianza delle reazioni avverse a questi prodotti, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).1 Il database contiene a oggi circa 850 schede di reazioni avverse da prodotti naturali. Analizzando questo database sono emersi recentemente cinque casi di ipoglicemia insorti in 4 donne e un uomo dopo l’assunzione di prodotti contenenti acido lipoico. L’acido lipoico è un acido grasso che si trova naturalmente all’interno di ogni cellula del corpo e ricopre un ruolo chiave nel metabolismo cellulare: è in grado di incrementare l’efficienza dell’insulina, ma viene impiegato soprattutto per le sue spiccate proprietà antiossidanti. In Italia è distribuito come integratore alimentare presente in quasi un centinaio di prodotti, la maggior parte per uso sportivo. E’ utilizzato come coadiuvante nelle situazioni di stress ossidativo, caratterizzato dall’aumento dei radicali liberi, e in caso di alterato trofismo nervoso. Viene usato nelle neuropatie periferiche: metaboliche, da compressione, virali, neuropatie iatrogene (da chemioterapici) e neuropatie in corso di dialisi.
In 4 dei 5 casi segnalati all’ISS, l’integratore era stato usato per il dolore muscolocheletrico (sindrome del tunnel carpale, cervicalgia, neuropatia, lombalgia) e in uno per la riduzione del peso corporeo. L’utilizzo di acido lipoico, a un dosaggio di 600 mg/die, variava da poche settimane fino a quasi un anno e quindi anche l’insorgenza dell’ipoglicemia si diversificava a seconda dei casi. Dopo l’assunzione si è verificata in tutti i 5 pazienti una grave ipoglicemia spontanea, prevalentemente postprandiale, in assenza di somministrazione esogena di insulina. Dalle analisi cliniche sono stati rinvenuti alti livelli sierici di insulina e alti titoli di autoanticorpi anti insulina. E’ stata esclusa in tutti i casi la presenza di un insulinoma o di tumori pancreatici. Le reazioni descritte sono state tutte considerate gravi, con ospedalizzazione, e in un paziente la reazione ha messo in pericolo la vita.
Il primo caso riportato nel database, e successivamente pubblicato, risale al 2010. Si tratta di una donna italiana di 70 anni che aveva assunto per 15 giorni un integratore multivitaminico contenente acido lipoico per una sindrome del tunnel carpale. La paziente non aveva assunto altri farmaci nei giorni precedenti la comparsa dei sintomi. Gli effetti riportati sono stati sudorazione, palpitazioni e tremori, stanchezza e la crisi ipoglicemica si è presentata nel tardo periodo post prandiale in associazione con livelli sierici elevati di peptide C, di anticorpi anti insulina e di insulina, questi ultimi probabilmente dovuti alla dissociazione dell’insulina dai propri anticorpi.2
In questo e in altri 3 dei casi segnalati è stata confermata la diagnosi di sindrome insulinica autoimmune (IAS) o sindrome di Hirata. Questa condizione è comune in Asia, tanto che in Giappone risulta essere in ordine di frequenza la terza causa di ipoglicemia, è invece meno diffusa nella popolazione caucasica.3 La forte associazione tra la popolazione giapponese e questa sindrome potrebbe essere spiegata dell’elevata prevalenza di specifici alleli del sistema di istocompatibilità HLA nella popolazione asiatica, che conferiscono una predisposizione a questa patologia. L’analisi dei dati presenti in letteratura rileva infatti una forte associazione tra la sindrome e l’HLA DR4.4 In uno studio il 96% dei pazienti giapponesi con questa sindrome (49/51) presentava infatti il genotipo DR4 e di questi 42 avevano l’allele DRB1*0406 che sembra giocare un ruolo importante nella risposta anticorpale.5,6
Nella maggior parte dei casi la sindrome ipoglicemica è transitoria e si risolve spontaneamente entro 3-6 mesi dalla diagnosi, soprattutto quando vengono sospesi i farmaci sospetti. La dieta, attraverso l’assunzione di pasti piccoli e frequenti con un ridotto contenuto di carboidrati, può fornire un primo beneficio al paziente. Tuttavia in alcuni casi, in cui la risoluzione è più complicata, si possono utilizzare farmaci immunosoppressori, steroidi o plasmaferesi al fine di abbassare il titolo autoanticorpale.7 L’ampio utilizzo di acido lipoico come integratore alimentare potrebbe portare a un aumento dei casi di sindrome insulinica autoimmune. E’ importante quindi porre attenzione nel controllare l’insorgenza di crisi ipoglicemiche correlate a questa patologia dopo l’utilizzo di acido lipoico.
- Pharmacoepidem Drug Saf 2008;17:626-35. CDI #nnn#
- Diabetes Care 2011;34:e146. CDI #nnn#
- Diab Res Clin Practice 1994;oct 24, Suppl:153-7. CDI NS
- Lancet 1992;339:393-5. CDI NS
- Diabetes Care 2007;30:e131. CDI NS
- Jpn Soc Inter Med 2007;46:237-9. CDI NS
- Sao Paulo Med J 2004;122:178-80. CDI #nnn#
Laura Gonella1, Francesca Menniti Ippolito2, Gabriela Mazzanti3, Paola Angela Moro4
1Servizio di farmacologia,
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata e Università di Verona
2Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute,
Istituto Superiore di Sanità, Roma
3Dipartimento di Fisiologia Umana e Farmacologia,
Università “La Sapienza”, Roma
4Centro Antiveleni,
Ospedale Niguarda, Milano