Un antidoto per il ticagrelor
Tra gli antiaggreganti sempre più spesso associati all’acido acetilsalicilico dopo un evento ischemico acuto, il ticagrelor ha trovato il suo antidoto. La somministrazione di PB2452, un frammento di un anticorpo monoclonale che si lega al ticagrelor con alta affinità, provoca un annullamento immediato e sostenuto del suo effetto antiaggregante.
A rivelarlo uno studio di fase I, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, svolto su 64 volontari, 48 dei quali sono stati randomizzati a ricevere l’antidoto e 16 un placebo.
I ricercatori hanno analizzato la funzionalità piastrinica prima e dopo la somministrazione di ticagrelor e di nuovo dopo quella del farmaco o placebo.
La somministrazione endovenosa di un bolo di PB2452 seguita da un’infusione prolungata (8, 12 o 16 ore) aumentava significativamente la funzionalità piastrinica rispetto al placebo: l’effetto si manifestava 5 minuti dopo l’inizio dell’infusione e persisteva per più di 20 ore (<0,001).
Non è emersa una ricaduta dell’attività piastrinica dopo l’interruzione dell’antidoto e gli eventi avversi erano limitati a reazioni nel sito di infusione.
La somministrazione di antiaggreganti come il ticagrelor è sempre accompagnata da preoccupazioni relative a episodi di sanguinamento spontanei o associati a procedure invasive urgenti, e i risultati ottenuti in questo studio vanno nella direzione di un uso più sicuro del farmaco.
Bhatt DL, Pollack CV, et al. Antibody-based ticagrelor reversal agent in healthy volunteers. N Engl J Med 2019; 380(19):1825-1833.