Trattamento ormonale di affermazione di genere e sindrome metabolica

Il trattamento ormonale di affermazione di genere con testosterone sembra associarsi a un aumento del rischio di sviluppo e progressione della sindrome metabolica.

È quanto emerge da un recente studio di coorte retrospettivo che ha incluso 1.290 partecipanti, 645 dei quali transgender e altrettanti cisgender, condotto con l’obiettivo di valutare l’impatto a lungo termine della terapia ormonale di affermazione di genere nella popolazione transgender.

Dallo studio è emerso che l’estradiolo, utilizzato nella terapia femminilizzante, si associava a un rischio ridotto di sindrome metabolica, contrariamente al testosterone, utilizzato nella terapia mascolinizzante che si associava a un aumento del rischio.

I soggetti transgender che assumevano testosterone hanno registrato l’aumento più significativo dei parametri della sindrome metabolica quali BMI, pressione sistolica, livelli di glucosio e trigliceridi nel sangue insieme a una riduzione del colesterolo HDL, seguiti dalle persone cisgender e da ultimo da quelle transgender che assumevano estradiolo.

Questi risultati sono cruciali non solo per la comprensione dei fattori di rischio della sindrome metabolica tra i soggetti transgender, ma anche per la popolazione cisgender. La sindrome metabolica è infatti un insieme di condizioni che aumentano il rischio di gravi problemi di salute e comprendere come gli ormoni influenzino questo rischio può migliorare le strategie di prevenzione e trattamento.

Considerato poi l’impatto significativo della terapia ormonale con testosterone sulla salute metabolica dei soggetti transgender esposti, è essenziale monitorare attentamente i parametri metabolici durante il trattamento per identificare precocemente eventuali cambiamenti e intervenire tempestivamente per mitigare i rischi.