Statine e interruzione della terapia
Uno studio retrospettivo di coorte, condotto negli Stati Uniti presso il Brigham and Women’s Hospital e il Massachusetts General Hospital di Boston, sostiene che se è vero che l’interruzione del trattamento con statine a causa della comparsa di eventi avversi è comune è altrettanto vero che nella maggior parte dei casi il farmaco può essere ripreso.1
Sono stati analizzati 107.835 pazienti in trattamento con statine dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2008. Oltre la metà dei pazienti (57.292) ha interrotto almeno temporaneamente la terapia con statine, ma solo nel 17,4% dei casi era stata documentata la comparsa di un evento avverso. In 6.579 casi la statina è stata poi ripresa nell’arco dei dodici mesi successivi. La maggior parte (92,2%) dei pazienti che avevano ripreso il farmaco era ancora in terapia a distanza di 12 mesi dalla comparsa dell’evento avverso. In particolare, considerando i 2.721 pazienti che avevano ripreso la stessa identica statina, poco meno della metà (47%) aveva ripreso e tollerato la statina, addirittura assunta in alcuni casi a dosaggio superiore che in precedenza. Secondo gli autori dello studio gli eventi avversi correlati alle statine sono comuni e portano spesso a interrompere la terapia. In realtà la maggior parte dei pazienti nei quali viene riproposta la terapia tendono poi a tollerarla senza problemi. Ciò può essere dovuto a vari fattori: alcuni eventi possono in realtà non essere stati causati dalle statine, potrebbe esistere un effetto tolleranza verso gli effetti avversi delle statine oppure ancora gli effetti si associano a singole molecole e basta sostituirne una con un’altra per non osservare più l’effetto avverso.
- 1. Ann Intern Med 2013;158:526-34. CDI #nnn#