SSRI e fratture
L’uso degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina può associarsi, anche nei pazienti non psichiatrici, a un aumentato rischio di fratture. A seguito dell’approvazione da parte dell’FDA dell’uso della paroxetina nelle donne in menopausa per il trattamento delle vampate, si sta diffondendo l’uso di questi antidepressivi anche al di fuori delle indicazioni classiche. Ora uno studio statunitense si concentra sul rischio di frattura associato a questi antidepressivi in questa condizione.1 Sono state confrontate due popolazioni di donne in menopausa: 137.031 donne (senza disturbi psichiatrici) che avevano iniziato un trattamento con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e (per controllo) 236.294 donne che erano in trattamento con antiH2 o inibitori della pompa protonica. L’esito primario era il tasso di fratture. Il tasso di fratture era più alto nelle donne trattate con SSRI rispetto alle altre (hazard ratio a 1 anno 1,76) e tale rischio si manteneva alto anche a 3 (hazard ratio 1,73) e a 5 anni (hazard ratio 1,67). Secondo i ricercatori questo aumento del rischio di frattura va tenuto presente quando si somministra un antidepressivo non in ambito psichiatrico. Tra l’altro la persistenza dell’aumento di rischio nel tempo induce a suggerire che qualora si voglia prescrivere un trattamento di questo tipo a una donna in menopausa è meglio impostare una terapia di breve durata.
- Inj Prev 2015;10.1136/injuryprev-2014-041483. CDI