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Giovedì, Gennaio 12, 2023
Sicurezza cardiovascolare dei farmaci per l’ADHD
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L’assunzione di farmaci per il disturbo da deficit d’attenzione e iperattività (ADHD) non sembra aumentare il rischio di eventi avversi cardiovascolari.
Lo suggerisce una revisione sistematica con metanalisi di 19 studi osservazionali, per più di 3,9 milioni di partecipanti, che ha indagato la correlazione tra l’uso farmaci per l’ADHD e il rischio di qualsiasi evento cardiovascolare, dopo che alcuni studi clinici hanno sollevato preoccupazioni sul profilo di sicurezza di questi farmaci.
Dallo studio, con follow up mediano di 1,5 anni, non è emersa alcuna associazione statisticamente significativa tra l’uso di farmaci per l’ADHD e qualsiasi evento cardiovascolare in bambini e adolescenti (rischio relativo 1,18, limiti di confidenza al 95% da 0,91 a 1,53), giovani o adulti di mezza età (rischio relativo 1,04, limiti di confidenza al 95% da 0,43 a 2,48) e adulti più anziani (rischio relativo 1,59, limiti di confidenza al 95% da 0,62 a 4,05).
Tuttavia, gli unici due studi con follow up più a lungo termine, fino a 9,5 anni di media, hanno mostrato un aumento del rischio nei soggetti con una storia di eventi cardiovascolari, sottolineando la necessità di ulteriori indagini (rischio relativo 2,01, limiti di confidenza al 95% da 1,98 a 2,06 e rischio relativo 3,07, limiti di confidenza al 95% da 1,09 a 8,64).
Nella pratica, nel prescrivere i farmaci per l’ADHD, i medici dovrebbero attenersi alle linee guida cliniche che suggeriscono anche il monitoraggio della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca al basale e a ogni visita di controllo.
Zhang L, Yao H, et al. Risk of cardiovascular diseases associated with medications used in attention-deficit/hyperactivity disorder: a systematic review and meta-analysis. JAMA Netw Open 2022; DOI:10.1001/jamanetworkopen.2022.43597.