news / Sabato, Febbraio 19, 2022
Sabato, Febbraio 19, 2022

Rivaroxaban e apixaban a confronto per la sicurezza

Principio attivo: 
Nei pazienti anziani con fibrillazione atriale, il trattamento anticoagulante con rivaroxaban sarebbe associato a un rischio significativamente maggiore di eventi ischemici ed emorragici rispetto all’apixaban.
Lo suggerisce uno studio di coorte retrospettivo statunitense su 581.451 pazienti d’età pari o superiore a 65 anni con fibrillazione atriale, che hanno iniziato il trattamento con uno dei due farmaci tra il 2013 e il 2018.
L’incidenza aggiustata di eventi ischemici o emorragici maggiori è stata di 16,1 per 1.000 anni-persona nei trattati con rivaroxaban rispetto a 13,4 per 1.000 anni-persona nei trattati con apixaban (hazard ratio 1,18, limiti di confidenza al 95% da 1,12 a 1,24).
L’aumento del rischio osservato con rivaroxaban si estendeva ai singoli componenti chiave dell’esito composito valutato, incluso l’ictus ischemico (8,3/1.000 rispetto a 7,2/1.000 anni-persona con l’apixaban), l’ictus emorragico (2,5/1.000 rispetto a 1,7/1.000 anni-persona), il sanguinamento extracranico non fatale (39,7/1.000 rispetto a 18,5/1.000 anni-persona), nonché la mortalità per tutte le cause (44,2/1.000 rispetto a 41/1.000 anni-persona).
I risultati di questo studio si aggiungono alle prove di letteratura già esistenti suggerendo che la terapia con rivaroxaban sia associata a un maggior rischio di sanguinamento e a una minore protezione tromboembolica rispetto ad apixaban.
Considerato che rivaroxaban e apixaban sono gli anticoagulanti orali diretti più prescritti nei pazienti con fibrillazione atriale, la scelta della terapia dovrebbe essere guidata anche dal profilo di rischio del singolo paziente con l’obiettivo di minimizzare gli eventi tromboembolici ed emorragici.
 

Ray W, Chung C, et al. Association of rivaroxaban vs apixaban with major ischemic or hemorrhagic events in patients with atrial fibrillation. JAMA 2021; DOI:10.1001/jama.2021.21222.

80.211.154.110