Rischio tromboembolico sotto blocco androgenico
Uno studio retrospettivo di coorte coordinato dai ricercatori del Jewish General Hospital di Montreal ha individuato un aumento del rischio tromboembolico nei pazienti con cancro della prostata sottoposti a blocco androgenico.
L’analisi si riferisce a 21.729 uomini selezionati dalla banca dati dei ricoveri ospedalieri britannici in base al criterio di aver ricevuto una diagnosi di cancro della prostata tra aprile 1998 e marzo 2014 ed essere in trattamento con farmaci antiandrogeni. Nel corso di un follow up mediano di 3,32 anni, 609 pazienti sono stati ricoverati per un episodio di tromboembolia venosa.
Dall’analisi statistica emerge che erano esposti a un rischio significativo solo i pazienti con il trattamento in atto (hazard ratio 1,84, limiti di confidenza al 95% da 1,5 a 2,26) e che l’effetto protrombotico si annullava con la sospensione del farmaco (hazard ratio 1,07, limiti di confidenza al 95% da 0,81 a 1,42).
L’analisi per sottogruppi conferma l’aumento del rischio tromboembolico con le diverse classi di antiandrogeni.
Questo studio, evidenziando un problema in precedenza poco indagato, impone maggiore cautela nell’impiego del blocco androgenico nel trattamento del cancro della prostata. A detta degli autori, però, l’indicazione deve essere messa in discussione soltanto nei pazienti a basso rischio quanto ad aggressività ed evolutività della malattia oncologica.
Klil-Drori AJ, Yin H, et al. Androgen deprivation therapy for prostate cancer and the risk of venous thromboembolism. Eur Urol. 2015; pii: S0302-2838(15)00525-4. doi:10.1016/j.eururo.2015.06.022.
e-mail ricercatore: laurent.azoulay@mcgill.ca