Rischio di resezione nel Crohn trattato con antiTNF
Uno studio svedese di coorte basato sulle informazioni raccolte nel registro nazionale Swedish National Patient Register indica che l’impiego di inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF) alfa per il trattamento della malattia di Crohn comporta un aumento del rischio di resezione intestinale a lungo termine.
L’analisi ha verificato tale rischio in 1.856 pazienti (51% donne, diagnosi formulata nel periodo 1987-2014 a un’età media di 28,4 anni), mai operati che, a partire dal 2006, avevano ricevuto per la prima volta una prescrizione di adalimumab (68%) o infliximab (32%) ed erano stati seguiti con un follow up che arrivava a 7 anni. Il 90% dei pazienti aveva proseguito regolarmente il trattamento fino al 6° mese, il 65% fino all’anno.
L’incidenza dei casi di resezione intestinale ha mostrato una crescita costante (tassi cumulativi dal 1° al 7° anno: 7%, 13%, 17%, 20%, 23%, 25% e 28%).
Non si è osservata alcuna differenza significativa suddividendo i pazienti secondo la durata del trattamento (<12 mesi rispetto a ≥12 mesi, hazard ratio 1,17, limiti di confidenza al 95% da 0,88 a 1,56, p=0,27).
Iniziare la terapia prima dei 17 anni d’età si associava a un rischio maggiore di resezione intestinale (hazard ratio 7,81, limiti di confidenza al 95% da 1,15 a 52,9).
Questo studio mostra che nella pratica clinica il rischio di resezione intestinale in corso di terapia con farmaci antiTNF è superiore a quello atteso sulla base degli studi clinici.
Smentisce anzi l’ipotesi formulata in base ai primi dati a medio termine che avevano mostrato nel primo anno di utilizzo un minore ricorso alla chirurgia e che avevano fatto considerare questa classe di farmaci particolarmente promettente per il controllo del morbo di Crohn.
Eberhardson M, Söderling JK, et al. Anti-TNF treatment in Crohn's disease and risk of bowel resection-a population based cohort study. Aliment Pharmacol Ther 2017;46:589-98.
e-mail ricercatore: michael.eberhardson@ki.se