Rischio di psicosi con amfetamina o metilfenidato nell'ADHD

L’assunzione di amfetamina in adolescenti e giovani adulti con l’ADHD si associa a un maggior rischio di insorgenza di psicosi rispetto al metilfenidato, che pure può avere questo effetto avverso.

Negli Stati Uniti, la prescrizione di psicostimolanti è in continuo aumento, nel 2007 la Food and Drug Administration ha imposto delle modifiche alla scheda tecnica degli psicostimolanti per segnalare il rischio di episodi psicotici correlati all’assunzione di questi farmaci.

Tuttavia, il rischio associato ai diversi tipi di farmaci non era stato ancora studiato.

Un gruppo di ricercatori di Boston ha utilizzato due banche dati per valutare l’incidenza di psicosi in pazienti tra i 13 e i 25 anni di età con una diagnosi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività che hanno iniziato ad assumere amfetamina o metilfenidato tra il 2004 e il 2015.

Dei 221.846 pazienti presi in considerazione, per un totale di 143.286 anni-persona di follow up, 110.923 erano stati trattati con amfetamina e 110.923 con metilfenidato. 

Sono stati registrati 343 episodi di psicosi (2,4 per 1.000 anni-persona), con l’emergenza di un nuovo caso ogni 660 pazienti trattati.

Nel confronto tra i due farmaci, ci sono stati 237 episodi di psicosi con l’amfetamina (0,21% dei trattati) rispetto a 106 con il metilfenidato (0,10%) (hazard ratio 1,65; limite di confidenza al 95% da 1,31 a 2,09).

Questi risultati indicano che il rischio di psicosi è significativamente maggiore nei pazienti trattati con amfetamina rispetto a quelli in terapia con metilfenidato.

Va segnalato che in Italia fortunatamente l’uso di questi farmaci è molto minore rispetto a quanto accade oltreoceano, essendo prescrivibili solo nei centri specializzati, dopo accurate valutazioni e con un Registro AIFA attivo al riguardo.