Rischio di cancro delle vie urinarie dopo esposizione a tiopurine

Lo studio CESAME (Cancers Et Surrisque Associé aux Maladies inflammatoires intestinales En France) indica che il trattamento con tiopurine delle malattie infiammatorie croniche intestinali comporta un aumento del rischio di sviluppare un cancro dell’apparato urinario. L’indagine ha coinvolto 19.486 pazienti (età media 40,3 anni, 45,1% maschi), il 30,1% dei quali in terapia con azatioprina o mercaptopurina. Dopo un follow up mediano di 35 mesi si è registrata l’insorgenza di 10 casi di cancro del rene e di 6 casi di cancro della vescica. Il tasso di incidenza delle neoplasie urologiche in corso di trattamento era pari a 3,4 (limiti di confidenza al 95% da 1,47 a 6,71, p=0,006), e si ridimensionava dopo sospensione (0,64, limiti di confidenza al 95% da 0,01 a 3,56, p=0,92) tornando a livelli di pazienti mai trattati con la classe di farmaci indagata (1,17, limiti di confidenza al 95% da 0,47 a 12,42, p=0,78). Il rischio complessivo di sviluppare un cancro dell’apparato urinario dipendeva comunque da diversi fattori. Il sesso maschile (hazard ratio 3,98, limiti di confidenza 95% da 1,12 a 14,1, p=0,03) e l’età avanzata (hazard ratio 65 rispetto a 50 anni 13,26, limiti di confidenza al 95% da 3,52 a 50,03, p=0,0001) avevano un peso persino maggiore dell’esposizione alle tiopurine (hazard ratio 2,82, limiti di confidenza al 95% da 1,04 a 7,68, p=0,04), con la differenza che solo quest'ultimo era modificabile. Questi dati si aggiungono a precedenti segnalazioni di un’associazione tra impiego di tiopurine e insorgenza di varie forme tumorali (soprattutto linfomi e cancri della cute diversi dal melanoma) in pazienti trapiantati. Suggeriscono cautela (attenta valutazione del rapporto rischi/benefici) nel prescrivere questa classe di farmaci a pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali, specie se maschi anziani.