Oxaliplatino e neuropatia
Non è vero che calcio e magnesio possono prevenire il rischio di neuropatia da oxaliplatino, uno degli affetti avversi comuni e disturbanti di questo chemioterapico. Alcuni studi avevano avanzato l’ipotesi che infusioni dei due elettroliti potessero avere un effetto neuroprotettivo, per questo un gruppo di ricercatori neozelandesi ha condotto uno studio in doppio cieco, con disegno crossover. Né i medici né i 20 pazienti con tumore arruolati sapevano se nel ciclo di chemioterapia cui erano sottoposti venivano infusi anche calcio (1 g di calcio gluconato) e magnesio (1 g MgSO4) oppure un placebo. Il disegno dello studio era crossover perché coloro che avevano ricevuto alla prima somministrazione gli elettroliti ricevevano alla seconda il placebo e viceversa.
La farmacocinetica dell’oxaliplatino non era influenzata dall’infusione di calcio e magnesio, che quindi non modificava l’efficacia del chemioterapico. Per quanto riguarda la comparsa di neuropatia, sia i dati rilevati alla elettromiografia (differenza media nel punteggio rilevato fra trattati e non -0,3, dato non significativo) sia i sintomi di neuropatia riferiti dai pazienti non differivano tra i due gruppi di soggetti. Calcio e magnesio non riducono il rischio di neuropatia nei soggetti trattati con oxaliplatino; tra l’altro un minor numero di pazienti preferiva la terapia con gli elettroliti rispetto al placebo per ridurre i sintomi neurotossici (26% rispetto a 74%, p<0,01). In pratica quindi è inutile e non consigliabile la somministrazione di calcio e magnesio nei pazienti con tumore trattati con oxaliplatino per ridurre il rischio di neuropatia.