Litio in gravidanza e malformazioni cardiache
Una ricerca del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard Medical School conferma il rischio teratogeno del litio e si concentra in particolare sulle malformazioni cardiache nel neonato.
L’analisi ha incluso 1.325.563 gravidanze di assistite da Medicaid e ha messo a confronto i casi di esposizione al litio nel primo trimestre (n=663) con i casi non esposti (n=1.322.955) o con i casi esposti alla lamotrigina (n=1.945).
In questi 3 sottogruppi, la frequenza di malformazioni cardiache è risultata del 2,41%, dell’1,15% e dell’1,39%, rispettivamente. L’impiego del litio comportava un aumento del rischio rispetto ai non esposti (rischio relativo 1,65, limiti di confidenza al 95% da 1,02 a 2,68). Dalla sottoanalisi, era evidente un andamento di rischio dose-dipendente e la significatività statistica veniva raggiunta solo per una dose giornaliera >900 mg (≤600 mg: rischio relativo 1,11, limiti di confidenza al 95% da 0,46 a 2,64; 601-900 mg: rischio relativo 1,6, limiti di confidenza al 95% da 0,67 a 3,8; >900 mg: rischio relativo 3,22, limiti di confidenza al 95% da 1,47 a 7,02.
In particolare era frequente l’insorgenza dell’anomalia di Ebstein (esposti 0,6% rispetto a 0,18% nei non esposti), una cardiopatia congenita rara, caratterizzata dalla dislocazione verso la punta del ventricolo destro dei lembi settale e inferiore della valvola tricuspide, normalmente situati a livello della giunzione atrio-ventricolare.
L’esposizione alla lamotrigina non comportava per nessuna delle dosi giornaliere esplorate (≤100 mg, 101-200 mg, >200 mg) un aumento del rischio di malformazioni cardiache rispetto alla non esposizione.
Con il litio invece aumentava significativamente il rischio di malformazioni cardiache di qualunque tipo (rischio relativo 1,37, limiti di confidenza al 95% da 1,01 a 1,87).
La teratogenicità del litio è nota, ma il rischio reale è stato probabilmente sopravvalutato. Questo studio contribuisce a fare chiarezza sulle malformazioni cardiache, confermando che l’esposizione al farmaco durante la gravidanza si associa a diverse malformazioni cardiache e, in modo particolare, all’anomalia di Ebstein. L’indicazione all’uso del litio in gravidanza deve quindi basarsi su un’accurata stima del rapporto rischi/benefici, tenendo anche in considerazione la soglia della dose che depone per un profilo di sicurezza più favorevole per i bassi dosaggi e la possibilità di alternative terapeutiche.
Patorno E, Huybrechts KF, et al. Lithium use in pregnancy and the risk of cardiac malformations. N Engl J Med 2017;376:2245-54.
e-mail ricercatore: epatorno@bwh.harvard.edu.