Le reazioni ai vaccini corrono sul web
Uno studio statunitense ha analizzato la relazione temporale tra la segnalazione di reazioni avverse al VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System dell’FDA) e l’intensità della comunicazione al pubblico sull’argomento. L’analisi ha preso in considerazione due vaccini praticati nella popolazione adolescente, quello contro il papillomavirus (caso, autorizzato dalla FDA in giugno 2006) e quello contro la meningite (controllo, autorizzato 18 mesi prima) nei 2,5 anni successivi alla loro autorizzazione da parte della FDA. E’ stata inoltre determinata l’attività di ricerca mensile in rete attraverso Google Trends, uno strumento appositamente sviluppato da Google. Tra i due vaccini, era il vaccino anti papillomavirus a essere oggetto di un numero più alto di segnalazioni al VAERS (anti-HPV vs anti-meningococco: nel corso del follow up 5.040 rispetto a 1.220; media mensile 159,19 rispetto a 18,77, p<0,001); il che corrispondeva a uno spazio maggiore sui media (articoli originali sulle principali testate statunitensi 582 rispetto a 249; media mensile 18,77 rispetto a 8,03, p=0,04). In particolare, nel mese 9 (febbraio 2007), la più intensa copertura mediatica (n=147) coincideva con il picco delle segnalazioni per l’anti-HPV. Dopo il mese 9 la frequenza delle segnalazioni si è mantenuta elevata, nonostante la copertura mediatica tendesse a ridursi nel tempo; in questa fase risultava particolarmente vivace l’attività di ricerca in rete. Quanto al vaccino contro la meningite, a un andamento senza impennate della comunicazione corrispondeva l’assenza di punte nella frequenza della segnalazione di reazioni avverse.
I dati dell’indagine suggeriscono che l’intensità della copertura mediatica influenzi l’interesse dei consumatori in tema di vaccinazioni – interesse soddisfatto soprattutto tramite la consultazione di Internet – e genera una maggiore attenzione alla comparsa di reazioni avverse e, di conseguenza, un aumento delle segnalazioni spontanee ai sistemi di sorveglianza passivi.
Il disegno dello studio non consente di stabilire se sia la notizia in quanto tale o il suo contenuto – più o meno favorevole alle vaccinazioni – a determinare questo fenomeno. Gli autori, oltre a proporsi di chiarire questo interrogativo, suggeriscono l’utilizzo dei media, tradizionali e nuovi, come strumento per promuovere la partecipazione alla farmacovigilanza tramite segnalazioni spontanee.
Eberth JMA, Kline KMA, et al. The role of media and the internet on vaccine adverse event reporting: a case study of human papillomavirus vaccination. Journal of Adolescent Health 2013; doi:10.1016/j.jadohealth.2013.09.005.
e-mail ricercatore: jan.eberth@gmail.com