La qualità delle informazioni nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) è la fonte di informazione ufficiale e giuridicamente riconosciuta su un farmaco per gli operatori sanitari dell’Unione Europea. Informazioni specifiche di sicurezza concernenti l’uso in gravidanza, allattamento ed età fertile nonché gli effetti specifici sulla fertilità sono descritte in una apposita sezione dell’RCP, il cui contenuto è stabilito dalla Commissione Europea per i farmaci a registrazione centralizzata.1
E’ molto importante quindi che il contenuto dell’RCP sulle informazioni per l’uso in gravidanza e durante l’allattamento sia chiaro e aggiornato. La decisione di prescrivere un farmaco in gravidanza è sempre delicata. Sebbene gli effetti teratogeni dei farmaci causino approssimativamente l’1% delle malformazioni congenite, la tendenza generale di operatori sanitari e pazienti è quella di sovrastimare questa prevalenza.2 Ci sono situazioni in cui il beneficio per la madre e per il feto potrebbe essere superiore al rischio, tuttavia sia il prescrittore sia la donna potrebbero essere indotti a evitare la somministrazione semplicemente perché l’informazione disponibile è incerta o ambigua.3
Uno studio1 ha effettuato una valutazione specifica della sezione dedicata a gravidanza e allattamento di 534 RCP di farmaci autorizzati con procedura centralizzata, aggiornati al 18 aprile 2011, escludendo quelli con indicazioni principali per uso in post menopausa, per uso pediatrico, per uso esclusivo nella popolazione maschile, per uso contraccettivo e per uso nelle tecniche di fecondazione assistita. Gli autori hanno realizzato una scheda specifica per l’estrazione e l’interpretazione delle informazioni in maniera standardizzata e in particolare: a) se il farmaco può attraversare la barriera placentare e se è escreto nel latte materno; b) l’esistenza di studi preclinici e clinici o di esperienza clinica sull’uso del farmaco in gravidanza o durante l’allattamento; c) gli effetti dei farmaci sulla fertilità; d) l’uso nelle donne in età fertile; e) lapresenza di raccomandazioni specifiche per l’uso del farmaco in gravidanza e allattamento. I risultati sono stati forniti separatamente per le informazioni sull’uso in gravidanza e durante l’allattamento.
Uso in gravidanza
Di 534 RCP analizzati, 477 (89,3%) non fanno menzione dell’attraversamento placentare, 46 (8,6%) indicano che il farmaco può attraversare la barriera placentare, 7 (1,3%) indicano che il farmaco non è in grado di superare la barriera placentare e 4 (0,7%) dichiarano che le informazioni sull’attraversamento placentare non sono disponibili.
L’esistenza di studi preclinici di valutazione degli effetti teratogeni è riportata in 408 RCP (76,4%). In 78 RCP (14,6%) non è menzionata l’esistenza di studi di teratogenesi su modelli preclinici, mentre in 153 (28,6%) non viene data alcuna informazione sull’esistenza di studi analoghi in soggetti umani. Dei 106 RCP (19,8%) che riportano studi clinici o esperienza clinica in donne gravide, 15 (14,2%) non forniscono informazioni sugli effetti avversi potenziali per l’embrione, il feto o il neonato in caso di esposizione al farmaco.
In 505 RCP (94,6%) si raccomanda di evitare l’uso in gravidanza, in 20 RCP (3,7%) l’uso è consentito, mentre in 9 (1,7%) non sono riportate raccomandazioni.
In caso di uso inavvertito in gravidanza 448 RCP (87,3%) non forniscono informazioni su come gestire l’esposizione.
Le informazioni relative agli effetti sulla fertilità sono assenti in 422 RCP (79,0%).
Uso durante l’allattamento
Di 534 RCP analizzati 115 (21,5%) non riportano alcuna informazione sull’eventualità che il farmaco sia escreto nel latte materno. Degli 88 RCP (16,5%) che riportano l’escrezione del farmaco nel latte materno 78 (88,6%) non forniscono informazioni su possibili effetti avversi in neonati allattati al seno.
In 492 RCP (92,1%) l’uso in allattamento non è consentito anche se 83 di questi RCP (16,9%) non forniscono informazioni circa l’escrezione del farmaco nel latte materno.
I dati di questo studio nel loro insieme dimostrano un’informazione insufficiente riguardo all’uso dei farmaci in gravidanza e allattamento negli RCP europei. L’uso dei farmaci in gravidanza è controindicato in oltre il 90% degli RCP esaminati. In molti casi tuttavia questa restrizione d’uso non è guidata dal rischio di effetti noti documentati sul feto ma dalla mancanza di informazioni. È probabile che questo atteggiamento spesso rifletta una strategia di medicina difensiva esercitata sia dall’industria farmaceutica sia dai prescrittori.3 Tuttavia, per quanto un atteggiamento prescrittivo cauto sia raccomandabile, è importante considerare che la sotto-prescrizione di alcuni farmaci in gravidanza e il privare senza motivo il neonato dei benefici dell’allattamento potrebbe avere conseguenze rilevanti sia per la madre sia per il feto.4 Sarebbe inoltre opportuno quando si fornisco informazioni distinguere tra le situazioni nelle quali il rischio è documentato e quelle in cui il rischio non è noto per mancanza di prove.
Per questo è importante che le agenzie regolatorie incentivino la raccolta di informazioni sull’esposizione ai farmaci di donne gravide o in allattamento e che le informazioni contenute negli RCP siano aggiornate di conseguenza. In caso di incertezza è importante invitare prescrittori e pazienti a documentarsi presso specialisti e strutture dedicate che offrono servizi di informazione sull’uso dei farmaci.
- Brit J Clin Pharmacol 2015;79:537-44.
- Expert Opini Pharmacother 2003;4:949-61.
- Drug Saf 2008;31:799-806.
- Eur J Obstet Gynecol Reproduct Biol 2004;114:182-8.
Sezione di Monitoraggio delle Reazioni Avverse ai Farmaci, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Centro Regionale Toscano di Farmacovigilanza
Rubrica Farmaci e Gravidanza
a cura di Renata Bortolus, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona e Marco Tuccori, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Centro Regionale Toscano di Farmacovigilanza