L’uso delle medicine alternative e complementari nell’allattamento: lo studio HaBIT
Negli ultimi anni si è assistito a un incremento dell’utilizzo delle medicine complementari e alternative (complementary and alternative medicines, CAM) nella popolazione generale, in pediatria e anche durante il periodo della gravidanza e dell’allattamento. Questo fenomeno è in gran parte dovuto al fatto che le pratiche di medicina complementare e ancor più i prodotti di origine naturale vengono erroneamente percepiti come più sicuri rispetto ai farmaci convenzionali.
Le donne in allattamento ricorrono alle CAM molto spesso autonomamente, senza consultare il proprio medico, a causa di problemi legati all’allattamento stesso, come scarsa produzione di latte, ragadi al seno, mastite, oppure per affrontare specifiche condizioni cliniche, dal comune raffreddore alla depressione. Molti studi si sono focalizzati sull’utilizzo dei farmaci in allattamento, con particolare riferimento al passaggio dei principi attivi nel latte materno e alla possibile insorgenza di effetti avversi non solo nella madre, ma anche nel bambino. Poco si sa invece della sicurezza di prodotti di origine naturale in gravidanza e allattamento.
La situazione italiana
Lo studio HaBIT (Herbal Supplements in Breastfeeding InvesTigation) è stato condotto con lo scopo di ampliare le prove scientifiche disponibili in Italia, a oggi ancora scarse, riguardo all’attitudine delle donne in allattamento nei confronti delle CAM.1 Un aspetto molto importante affrontato dallo studio HaBIT è stato quello di valutare la consapevolezza di queste donne circa la natura dei prodotti che stavano assumendo e la loro percezione di sicurezza rispetto a questi prodotti.
Per un periodo di 6 anni è stata condotta un’intervista via web che ha coinvolto un totale di 388 donne residenti in Toscana che stavano allattando o che avevano interrotto l’allattamento nei sei mesi precedenti l’intervista. La maggioranza del campione era rappresentato da primipare (60%), con un’età media di 35 anni e un elevato livello di istruzione. Delle 388 donne incluse nello studio, 204 hanno dichiarato di utilizzare CAM nel periodo dell’allattamento e rispettivamente il 61% e il 48% di averne fatto uso prima e durante la gravidanza. Duecentoquarantuno donne hanno riportato alcune complicanze durante l’allattamento. Le più frequenti sono state: ragadi al seno (33,5%), ingorgo mammario (31%), scarsa produzione di latte (10%) e mastite (10%). In particolare, l’ingorgo mammario (36% rispetto a 26%) e il capezzolo invertito (11% rispetto a 4%) erano più frequenti fra le utilizzatrici di CAM rispetto alle non utilizzatrici. Il 35% delle intervistate ha riportato il verificarsi di due o più complicanze e il 40% di loro erano utilizzatrici di CAM.
Quali sostanze e quali effetti?
In una specifica sezione dell’intervista è stato richiesto alle pazienti di elencare e classificare tutti i prodotti della medicina complementare che avevano utilizzato o stavano utilizzando. Gli stessi prodotti sono stati poi nuovamente classificati da un gruppo di esperti sulla base della Farmacopea Europea. Dai risultati è emerso che i prodotti fitoterapici sono la categoria di prodotto più utilizzata (38%), seguita dagli integratori alimentari (32%) e dai prodotti erboristici (31%). Il dato sorprendente riguarda il grado di concordanza fra la classificazione operata dalle utilizzatrici di CAM e quella effettuata dagli esperti: solo il 9% delle utilizzatrici era stata in grado di classificare correttamente i prodotti fitoterapici, le altre pazienti invece erano convinte di utilizzare integratori alimentari. Solo nel caso dei prodotti erboristici la concordanza fra le due classificazioni ha raggiunto un grado elevato (Cohen’s kappa = 0,92).
Gli effetti avversi riportati da alcune delle donne intervistate comprendevano 3 casi di diarrea, 2 casi di rash cutaneo, 2 casi di tachicardia e singoli casi di ansia, stato confusionale, ipotensione, insonnia e mal di stomaco. Inoltre, il 50% delle donne ha risposto di ritenere le CAM ugualmente o più efficaci rispetto ai farmaci tradizionali, e la percentuale delle partecipanti che ritiene questi prodotti ugualmente o più sicuri rispetto ai farmaci tradizionali sale al 73%. Il dato è ancora più rilevante se si considera che il 79% delle partecipanti ha dichiarato di essere stata ben informata sull’importanza dell’allattamento, principalmente dalle ostetriche e dai pediatri, e che il 65% non aveva ricevuto alcuna informazione circa i potenziali rischi dell’uso di CAM in allattamento.
Il ruolo dell’operatore
La consulenza dell’operatore sanitario dovrebbe essere il più possibile aperta e rispettosa delle necessità della donna in gravidanza o allattamento, e dovrebbe fornire informazioni complete e affidabili. Un miglioramento delle conoscenze riguardanti le CAM negli operatori sanitari è infatti fondamentale per guidare le donne in gravidanza e in allattamento attraverso un utilizzo consapevole di questi prodotti, molto spesso somministrati in regime di automedicazione, soprattutto in seguito all’insorgenza di complicanze che possono essere risolte anche con l’appoggio di professionisti ben preparati e non solo ricorrendo in autonomia a prodotti di origine naturale.
Futuri studi potranno chiarire il rapporto beneficio/rischio delle CAM e i loro risultati potranno fornire nuove informazioni per ampliare le nostre conoscenze, e in particolare quelle dei professionisti della salute. In questo modo le CAM potranno essere usate consapevolmente, senza sottovalutarne i possibili effetti avversi.
- Br J Clin Pharmacol 2018;84(9):2040-7. CDI
Alessandra Bettiol1, Niccolò Lombardi1, Ettore Marconi1, Giada Crescioli1, Roberto Bonaiuti1, Valentina Maggini2,3, Eugenia Gallo2,3, Alessandro Mugelli1, Fabio Firenzuoli3, Claudia Ravaldi4, Alfredo Vannacci1,4
1 Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino, Università degli Studi di Firenze, Centro Regionale di Farmacovigilanza e Fitovigilanza, Firenze
2 Dipartimento di medicina sperimentale e clinica, Università degli Studi di Firenze
3 Centro di Medicina Integrativa, Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, Università degli Studi di Firenze
4 CiaoLapo Onlus, Charity for Healthy Pregnancy, Stillbirth and Perinatal Grief Support, Prato