Iodio radioattivo e mortalità per tumore
I pazienti ipertiroidei trattati con iodio radioattivo sembrano avere un aumento del rischio di morte per tumori solidi, proporzionale alla dose a cui vengono esposti organi e tessuti.
A segnalarlo è uno studio di coorte a lungo termine (durata media del follow-up 26 anni) svolto su 18.805 pazienti statunitensi e britannici, per lo più con morbo di Graves, senza patologie oncologiche in anamnesi.
I risultati indicano un’associazione statisticamente significativa fra il trattamento e la mortalità per tumori solidi (rischio relativo per una dose di 100 mGy allo stomaco 1,06, limiti di confidenza al 95% da 1,02 a 1,10).
Ogni 1.000 pazienti trattati con dosi standard di iodio radioattivo (da 150 a 250 mGy) si verificano da 19 (limiti di confidenza al 95% da 3 a 40) a 32 (limiti di confidenza al 95% da 5 a 66) morti in eccesso provocate da tumori solidi.
Nello specifico è stata rilevata un’associazione per il carcinoma mammario (rischio relativo per una dose di 100 mGy al seno 1,12, limiti di confidenza al 95% da 1,003 a 1,32) e per tutti i tipi di tumore solido nel loro insieme (rischio relativo per un dosaggio di 100 mGy allo stomaco 1,05, limiti di confidenza al 95% da 1,01 a 1,10).
La terapia con iodio radioattivo è stata ampiamente usata e ritenuta sicura a partire dagli anni quaranta del secolo scorso. Questi dati sul lungo periodo inducono a una riflessione e alla necessità di ulteriori studi che analizzino i principali trattamenti disponibili per i pazienti ipertiroidei, per valutarne rischi e benefici.
Kitahara CM, Berrington de Gonzalez A, et al. Association of radioactive iodine treatment with cancer mortality in patients with hyperthyroidism. JAMA Intern Med 2019. DOI: 10.1001/jamainternmed.2019.0981.