news /
Martedì, Aprile 18, 2023
Inibitori di pompa ed enterobatteri antibiotico resistenti
Principio attivo:
Reazione:
L’uso di inibitori di pompa protonica sembra aumentare significativamente il rischio di colonizzazione da parte di enterobatteri resistenti agli antibiotici.
A rilevarlo è uno studio caso-controllo, condotto su 2.239 pazienti ospedalizzati in due centri olandesi tra il 2018 e il 2021, che ha indagato l’associazione tra il trattamento antisecretivo gastrico e la successiva presenza di enterobatteri produttori di betalattamasi a spettro esteso (ESBL) o carbapenemasi.
Dall’analisi microbiologica dei campioni clinici ricavati dai pazienti è emerso che l’uso di inibitori di pompa si associava a un aumento del rischio di acquisire enterobatteri produttori di ESBL e carbapenemasi a 30 giorni dall’esposizione al farmaco (rapporto dei tassi di incidenza – IRR – 1,48, limiti di confidenza al 95% da 1,15 a 1,91). Il rischio era maggiore nei soggetti che assumevano inibitori di pompa protonica due volte al giorno (IRR 1,75, limiti di confidenza al 95% da 1,03 a 2,97) rispetto a una sola volta (IRR 1,44, limiti di confidenza al 95% da 1,10 a 1,89).
L’uso concomitante di antibiotici e lassativi aumentava ulteriormente questo rischio.
Quanto osservato è presumibilmente imputabile alla capacità degli inibitori di pompa protonica di aumentare il pH intragastrico promuovendo il passaggio locale di ceppi batterici resistenti ai farmaci, con conseguente colonizzazione intestinale o infezione.
Poiché la resistenza batterica agli antibiotici è riconosciuta come un problema sempre più rilevante per la salute pubblica, nella pratica clinica è necessario adottare tutte le misure disponibili per contenerla, tra cui un uso più oculato e giudizioso degli inibitori di pompa protonica, spesso sovraprescritti o assunti in modo improprio.
Willems R, Schut M, et al. Association of proton pump inhibitor use with risk of acquiring drug-resistant Enterobacterales. JAMA Netw Open 2023; DOI:10.1001/jamanetworkopen.2023.0470.