Inibitori di pompa da non usare con gli inibitori della tirosin chinasi

L’uso di farmaci soppressori della secrezione acida gastrica sembra influire negativamente sulla sopravvivenza dei pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule trattati con un inibitore della tirosin chinasi del fattore di crescita epidermico (EGFR-TKI) e si associa anche a un aumento dell’epatotossicità.

A suggerirlo è una revisione sistematica con metanalisi di 12 studi osservazionali che ha esaminato l’impatto degli inibitori di pompa protonica e degli H2 antagonisti sulla terapia con EGFR-TKI.

L’assunzione di farmaci soppressori dell’acidità gastrica si associa a una riduzione della sopravvivenza libera da malattia (hazard ratio 1,66, limiti di confidenza al 95% da 1,40 a 1,98) e della sopravvivenza globale (hazard ratio 1,50, limiti di confidenza al 95% da 1,31 a 1,72) indipendentemente dal tipo di EGFR-TKI assunto e dal tempo di cosomministrazione.

Inoltre, è stato rilevato un aumento del rischio di epatotossicità (Odds Ratio - OR 1,98, limiti di confidenza al 95% da 1,19 a 3,31) nei pazienti che assumevano un soppressore della secrezione acida gastrica in concomitanza con un EGFR-TKI.

L’effetto negativo sulla sopravvivenza sarebbe dovuto alla capacità di inibitori di pompa protonica e H2 antagonisti di influenzare l’assorbimento degli inibitori della tirosin chinasi a seguito dell’aumento del pH gastrico, mentre la tossicità epatica sembra attribuibile a un’interazione a livello degli enzimi e dei trasportatori epatici con un aumento della concentrazione locale di inibitori della tirosin chinasi e conseguente epatotossicità.

Nella pratica clinica, l’uso concomitante di farmaci soppressori della secrezione acida gastrica e EGFR-TKI dovrebbe essere evitato. Laddove non fosse possibile, gli H2 antagonisti rappresentano i farmaci di prima scelta accompagnati da un attento monitoraggio della funzionalità epatica.