Inibitori di PCSK9 sotto esame per il rischio di infezioni

Gli inibitori della proteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 o PCSK9, farmaci ipolipemizzanti di nuova generazione utilizzati nei pazienti con malattie cardiovascolari, potrebbero associarsi a infezioni gastriche, renali e cutanee oltre a quelle respiratorie già riconosciute e riportare nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto.

È quanto suggerisce un’analisi di disproporzionalità condotta sulle segnalazioni raccolte dal database dell’OMS VigiBase con l’obiettivo di indagare l’associazione tra inibitori di PCSK9 e complicanze infettive.

Tra le 114.293 segnalazioni correlate agli inibitori di PCSK9, il 54% riguardava persone di sesso femminile, il 41% ultrasessantacinquenni e l’82% utilizzatori di evolocumab.

Gli eventi avversi correlati alle infezioni rilevati dallo studio sono stati bronchite (Reporting odds ratio - ROR 2,49, limiti di confidenza al 95% da 2,27 a 2,72), infezione da Coronavirus (ROR 1,59, limiti di confidenza al 95% da 1,16 a 2,18), influenza (ROR 2,89, limiti di confidenza al 95% da 2,74 a 3,05), nasofaringite (ROR 4,47, limiti di confidenza al 95% da 4,30 a 4,64), sinusite (ROR 2,91, limiti di confidenza al 95% da 2,70 a 3,14), diverticolite (ROR 1,87, limiti di confidenza al 95% da 1,56 a 2,24), infezione gastrica (ROR 2,47, limiti di confidenza al 95% da 1,63 a 3,75), infezione renale (ROR 1,36, limiti di confidenza al 95% da 1,06 a 1,73), infezione del tratto urinario (ROR 1,42, , limiti di confidenza al 95% da 1,31 a 1,54) e dermatite infetta (ROR 2,94, limiti di confidenza al 95% da 1,23 a 7,04).

Nella pratica clinica questi risultati suggeriscono un potenziale aumento del rischio di infezioni con l’utilizzo di questi farmaci, quindi la necessità di uno stretto monitoraggio delle patologie infettive in corso di trattamento, specialmente nei soggetti anziani che costituiscono una popolazione particolarmente vulnerabile.