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Domenica, Ottobre 17, 2021
Inibitori del check point nel tumore della mammella
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Il ricorso agli inibitori del check point, sia in monoterapia sia associati alla chemioterapia tradizionale, sta diventando frequente nella cura del tumore della mammella ed è bene quindi conoscere quali sono le reazioni avverse legate a questi farmaci, dovute soprattutto alla loro azione sul sistema immunitario.
Una revisione sul tema, condotta da ricercatori italiani, fornisce i dati di frequenza. In caso di monoterapia, gli effetti avversi di tipo immunologico, rilevati negli studi controllati e randomizzati, sono soprattutto artralgie e fatigue (15-25% dei casi), disturbi della tiroide (11,8% dei casi di ipotiroidismo, 5,3% dei casi di ipertiroidismo), aumento delle transaminasi (6-10% dei casi), tossicità cutanea (1-2% dei casi) e polmonite (2,4% dei casi).
Qualora gli inibitori del check point vengano associati alla chemioterapia tradizionale aumenta la frequenza delle reazioni avverse, mantenendo comunque la stessa distribuzione: artralgie e fatigue (24-43% dei casi), disturbi della tiroide (18% dei casi di ipotiroidismo, 5,1% dei casi di ipertiroidismo), aumento delle transaminasi (0,7-19% dei casi), tossicità cutanea (1-14% dei casi), polmonite (1-3% dei casi) e colite (3% dei casi). La combinazione che si associa a un maggior rischio di reazioni avverse è quella con paclitaxel.
Il consiglio è quindi di valutare le condizioni del paziente e l’eventuale presenza di malattie autoimmuni o di reazioni immuno-correlate prima di decidere di iniziare una terapia con gli inibitori del check point.
Criscitiello C, Corti C et al. Managing side effects of immune checkpoint inhibitors in breast cancer. Crit Rev Oncol Hematol 2021 Jun;162:103354. DOI: 10.1016/j.critrevonc.2021.103354.