Incertezza sul rischio oncogeno da pioglitazone
Uno studio a lungo termine condotto presso l’Università della Pennsylvania ha rivisto le stime del rischio di 10 forme tumorali associate all’impiego di pioglitazone ed è giunto a conclusioni differenti rispetto a precedenti indagini analoghe.
I dati sono stati ricavati da 3 studi differenti che hanno valutato il trattamento con pioglitazone rispetto a tutti gli altri trattamenti.
La prima coorte era formata da 193.099 pazienti diabetici di almeno 40 anni, il 18% dei quali (n=34.181) in trattamento con pioglitazone per un tempo mediano di 2,8 anni. L’incidenza dei casi di cancro della vescica, in tutto 1.261, non era influenzata dal fatto di ricevere il pioglitazone(rispetto al non trattamento 89,8 rispetto a 75,9 casi per 100.000 anni-persona, hazard ratio 1,06, limiti di confidenza al 95% da 0,89 a 1,26).
Nello studio caso-controllo, dopo correzione per diversi fattori di rischio per cancro della vescica, si sono osservati risultati analoghi (pioglitazone rispetto al non trattamento 19,6% rispetto a 17,5%, odds ratio 1,18, limiti di confidenza al 95% da 0,78 a 1,8).
Infine la terza coorte era composta da 236.507 pazienti diabetici, il 16% dei quali (n=38.1890) in trattamento con pioglitazone. Nel corso del follow up il 6,8% dei pazienti (n=15.992) ha ricevuto una diagnosi di cancro. Solo 2 delle 10 forme tumorali analizzate (cancro di vescica, prostata, mammella nella donna, polmoni, endometrio, colon, pancreas, rene, retto, linfoma non-Hodgkin e melanoma) mostravano un’incidenza maggiore nei pazienti trattati con pioglitazone (rispetto al non trattamento: cancro della prostata 453,3 rispetto a 449,3 per 100.000 anni persona, hazard ratio 1,13, limiti di confidenza al 95% da 1,02 a 1,26; cancro del pancreas 81,1 rispetto a 48,4 per 100.000 anni persona, hazard ratio 1,41, limiti di confidenza al 95% da 1,16 a 1,71).
Resta incerto il potenziale oncogeno del pioglitazone. Questi risultati sono infatti il frutto di un follow up osservazionale richiesto dalle agenzie regolatorie FDA ed EMA a seguito di una segnalazione di un aumento del rischio di cancro della vescica. La verifica a lungo termine non conferma questo dato, mentre fa emergere l’ipotesi di un possibile rischio tumorale a carico di prostata e pancreas. Gli autori segnalano un possibile bias per quanto riguarda il rischio di cancro del pancreas, dal momento che l’iperglicemia è un segno iniziale di questo tumore; a riprova la stessa relazione, di dubbio significato, è stata descritta anche con altri farmaci antidiabetici.
Lewis JD, Habel LA, et al. Pioglitazone use and risk of bladder cancer and other common cancers in persons with diabetes. JAMA 2015;314:265-77.