Il profilo di sicurezza degli inibitori dei checkpoint immunitari
Gli eventi avversi più comuni durante il trattamento con inibitori dei checkpoint immunitari sono immunomediati e includono disturbi generali, gastrointestinali e respiratori.
Questi farmaci sembrano anche aumentare il rischio di cardiopatia ischemica e insufficienza cardiaca, eventi avversi meno noti che richiedono di essere approfonditi da ulteriori studi.
A rivelarlo è un’analisi del profilo di sicurezza degli inibitori dei checkpoint immunitari (anti CTLA-4: ipilimumab; anti PD-1/PD-L1: nivolumab, pembrolizumab, atezolizumab), fatta sui dati della Rete nazionale di farmacovigilanza.
Complessivamente, lo 0,7% delle segnalazioni nella rete era correlato a un inibitore dei checkpoint immunitari (di queste il 72,2% era attribuibile al nivolumab, il 14,3% all’ipilimumab, il 10,3% al pembrolizumab e il 3,5% all’atezolizumab).
Il 65% delle segnalazioni era relativo a uomini (età mediana 67 anni) e il 48,8% era di eventi avversi gravi.
La frequenza di eventi endocrini, generali, epatobiliari, metabolici, muscoloscheletrici, respiratori, infettivi e neoplastici è risultata significativamente superiore durante il trattamento con inibitori dei checkpoint immunitari rispetto a tutti gli altri farmaci del database (p<0,001). Nel confronto invece con gli altri farmaci anti cancro nel loro insieme solo le infezioni risultavano più frequenti.
Gli anti-CTLA-4 si associavano più spesso a colite, ipofisite e disturbi cutanei rispetto agli anti PD-1/PD-L1, i quali si associavano invece più spesso a eventi muscoloscheletrici, polmonite e disfunzioni tiroidee.
Gli inibitori dei checkpoint immunitari sono risultati anche associati a segnalazioni di cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca e disturbi del nervo ottico, rischi fino a oggi meno noti.
Sulla base di questa analisi il profilo di sicurezza degli inibitori dei checkpoint immunitari sembra essere caratterizzato dai noti disturbi di natura immunomediata e dall’insorgenza di altri eventi, finora meno indagati, che richiedono di essere approfonditi da ulteriori studi di sicurezza.
Cutroneo P M, Isgrò V et al. Safety profile of immune checkpoint inhibitors: an analysis of italian spontaneous reporting system database. Br J Clin Pharmacol 2020. DOI: 10.1111/bcp.14413.