I sostituti della nicotina in gravidanza

Lo studio di maggior ampiezza per ora disponibile sull’impiego dei sostituti nicotinici in gravidanza lascia molte questioni aperte ma sembra escludere che questi aumentino il rischio di anomalie congenite.

L’analisi dei ricercatori dell’Università di Nottingham si è concentrata su 192.498 gravidanze, delle quali 2.677 con esposizione a sostituti nicotinici e 9.980 al fumo nel primo trimestre o nel mese precedente il concepimento. Va premessa un’informazione in grado di condizionare pesantemente l’interpretazione dei risultati: i sottogruppi non erano ben bilanciati quanto a comorbilità, più frequenti tra le madri che facevano uso di sostituti nicotinici (35%) rispetto alle fumatrici (27%) e alle donne gravide di controllo (20%).

La prevalenza complessiva di malformazioni congenite è risultata pari a 288 casi ogni 10.000 nati vivi. Il rischio di questo esito era simile a quello del gruppo di controllo per le donne che assumevano i sostituti nicotinici (odds ratio 1,12, limiti di confidenza al 95% da 0,84 a 1,48) e per le fumatrici (odds ratio 1,05, limiti di confidenza al 95% da 0,89 a 1,23), senza alcuna differenza nel confronto diretto tra i 2 gruppi esposti alla nicotina (odds ratio 1,07, limiti di confidenza al 95% da 0,78 a 1,47). Considerando il coinvolgimento di apparati o sistemi, non è emerso con i sostituti nicotinici alcun rischio specifico, fatta eccezione per le anomalie respiratorie (odds ratio 4,65, limiti di confidenza al 95% da 1,76 a 12,25), peraltro da una sottoanalisi di dimensioni esigue.

Questo studio ha il merito di essersi interessato a una questione poco esplorata ma di rilevanza clinica, anche se alcuni limiti metodologici non consentono di giungere a conclusioni definitive. Consente comunque di affermare con un buon margine di sicurezza che i sostituti nicotinici non sono più dannosi del fumo di sigaretta. Resta il fatto che è auspicabile l’astensione completa dal fumo.