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Domenica, Febbraio 26, 2023
I farmaci antiepilettici aumentano il rischio di Parkinson?
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I risultati di uno studio caso-controllo, condotto sui dati della Biobanca del Regno Unito e di prescrizione collegati, suggeriscono la possibilità di un’associazione tra l’esposizione ai farmaci antiepilettici e la diagnosi di morbo di Parkinson.
Lo studio, che ha incluso 1.433 soggetti con una diagnosi di morbo di Parkinson e 8.598 controlli abbinati, ha riscontrato che la prescrizione di un farmaco antiepilettico si associava a un aumento significativo del rischio di Parkinson (odds ratio – OR 1,80, limiti di confidenza al 95% da 1,35 a 2,40).
Analizzando i singoli principi attivi è emerso che il valproato è il farmaco della classe con l’associazione più forte con questo evento (OR 3,82, limiti di confidenza al 95% da 2,41 a 6,05), seguito da levetiracetam (OR 3,02, limiti di confidenza al 95% da 1,51 a 6,05) e lamotrigina (OR 2,83, limiti di confidenza al 95% da 1,53 a 5,25), mentre le prove sono meno solide per la carbamazepina (OR 1,43, limiti di confidenza al 95% da 0,97 a 2,11). Lo studio ha anche rilevato che la probabilità di ricevere una diagnosi di Parkinson è più alta tra gli individui in politerapia antiepilettica.
Diverse ricerche hanno dimostrato che i farmaci antiepilettici hanno il potenziale per interferire con la corretta funzionalità delle vie dopaminergiche, ma sebbene ciò possa spiegare il parkinsonismo indotto da farmaci, è probabile che altri fattori, il cui ruolo non è ancora stato chiarito, possano contribuire alla patogenesi del Parkinson. Considerate le potenziali implicazioni per il processo decisionale clinico, questi risultati pongono le basi per ulteriori studi, più ampi e disegnati ad hoc, volti a definire il contributo dei farmaci antiepilettici nell’insorgenza del Parkison.
Belete D, Jacobs B, et al. Association between antiepileptic drugs and incident Parkinson disease in the UK Biobank. JAMA Neurol 2022; DOI:10.1001/jamaneurol.2022.4699.