Gadolinio e depositi cerebrali
Che cosa succede
La FDA ha emesso una Drug safety communication relativa all’uso dei mezzi di contrasto al gadolinio impiegati nella risonanza magnetica. Sembra infatti che la ripetizione di più esami con questo mezzo di contrasto comporti la possibile deposizione del gadolinio a livello cerebrale.
Qual è il problema
Alcuni recenti studi hanno rilevato la presenza di depositi di gadolinio in alcune aree cerebrali di pazienti sottoposti a 4 o più risonanze magnetiche con contrasto e ciò a distanza di molto tempo dall’esecuzione degli esami stessi. Alcuni reperti autoptici confermano tale possibilità; studi nell’animale sembrano indicare una diversa propensione dei mezzi di contrasto al gadolinio a depositarsi a seconda della loro diversa capacità di liberare il gadolinio stesso.
Conclusioni
A oggi, secondo l’FDA, non c’è alcuna dimostrazione che la presenza di depositi di gadolinio nel cervello si associ a problemi particolari di salute. Occorre comunque tenere presente che tali depositi sono stati rilevati anche in soggetti con una funzione renale (la via di escrezione del gadolinio è renale) del tutto normale. Il consiglio è di eseguire le risonanze con contrasto al gadolinio solo quando appropriato e di ridurne se possibile il numero nello stesso paziente (come accade in caso di tumore, di sclerosi multipla o di altre malattie).