Eventi avversi degli antidepressivi nell’anziano
L’assunzione di inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina, ma non di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, è associata a un maggior numero di eventi avversi rispetto al placebo nei pazienti con più di 65 anni di età trattati nella fase acuta di un disturbo depressivo maggiore.
Il dato proviene da una revisione sistematica e metanalisi che ha incluso 19 studi controllati randomizzati e due studi osservazionali.
Gli studi inclusi confrontavano un antidepressivo (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina: citalopram, escitalopram, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina e sertralina; inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina: desvenlafaxina, duloxetina, levomilnacipran, milnacipran e venlafaxina e altri antidepressivi come il bupropione, la mirtazapina, il trazodone, il vilazodone e la vortioxetina) con un altro antidepressivo, con un placebo o con un trattamento non farmacologico.
I risultati indicano che sia gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina sia gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina sembrano aumentare, rispetto al placebo, il numero di pazienti che hanno interrotto lo studio a causa di eventi avversi.
Tuttavia, mentre gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina aumentano il rischio di eventi avversi complessivi rispetto al placebo (numero di soggetti che hanno sperimentato un evento avverso durante lo studio, rischio relativo 1,14, limiti di confidenza al 95% da 1,03 a 1,25), lo stesso non vale per gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, per i quali non è stata osservata una significatività statistica.
Non solo, nei confronti diretti l’uso di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina riduce il rischio di eventi avversi complessivi (rischio relativo 0,71, limiti di confidenza al 95% da 0,50 a 0,99) e il numero di abbandoni dello studio rispetto agli antidepressivi triciclici (rischio relativo 0,67, da 0,48 a 0,94).
Un dato di particolare interesse è l’aumento del rischio di caduta associato all’uso di duloxetina (rischio relativo 1,46, da 0,84 a 2,55), fino a oggi poco riportato in letteratura.
I risultati di questa metanalisi risentono di alcuni limiti, come la mancanza di studi di comparazione diretta tra farmaci, la scarsità di studi adeguati a valutare gli eventi avversi e l’inclusione di due studi osservazionali.
I ricercatori sottolineano quindi la necessità di realizzare studi di confronto a lungo termine focalizzati su specifici eventi avversi, che forniscano al clinico gli strumenti per scegliere l’antidepressivo più adatto per questa fascia di popolazione.
Sobieraj DM, Martinez BK, et al. Adverse effects of pharmacologic treatments of major depression in older adults. J Am Geriatr Soc 2019. DOI: 10.1111/jgs.15966.