Enoxaparina e insufficienza renale
Le indicazioni del farmaco
L’enoxaparina è un’eparina a basso peso molecolare (EBPM) molto usata nella pratica clinica. Le indicazioni terapeutiche sono:
- trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) in presenza o meno di embolia polmonare;
- trattamento delle patologie coronariche: angina instabile, infarto del miocardio non-Q o infarto con sopraslivellamento del tratto ST;
- profilassi del tromboembolismo venoso nei pazienti che affrontano interventi chirurgici e in pazienti non chirurgici a rischio di TVP;
- prevenzione degli episodi di coagulazione durante lo svolgimento della terapia emodialitica.
L’utilizzo delle eparine a basso peso molecolare viene anche suggerito nella profilassi antitrombotica nel paziente con fibrillazione o flutter atriale sottoposto a cardioversione, va ricordato però che in Italia non è registrata questa indicazione per cui il loro impiego nella profilassi del cardioembolismo si configura come “off-label”, come evidenziato anche dalle linee guida della SISET del 2008 (Società Italiana per lo Studio dell’emostasi e della Trombosi), e richiede il rispetto della normativa vigente.1
Le caratteristiche delle eparine a basso peso molecolare
L’EBPM è più sicura, efficace e maneggevole rispetto all’eparina non frazionata (UFH) nel trattamento del tromboembolismo venoso e si associa a una minore incidenza di recidiva di trombosi, sanguinamenti o decessi.2 L’EBPM ha una risposta anticoagulante prevedibile, è somministrata in dosi fisse, in base al peso corporeo e alla funzione renale, e solitamente non necessita di un monitoraggio.2-3 Peraltro il monitoraggio dell’attività delle EBPM non è semplice, comunque il dosaggio dell’attività anti-Xa è il metodo più usato negli studi scientifici e nei reparti clinici.2-4
Le EBPM sono farmaci a escrezione renale e senza un efficace antidoto, per cui in pazienti con insufficienza renale sussiste il rischio di sovradosaggio e di successivo sanguinamento.2-4
L’uso nell’insufficienza renale
Numerosi studi hanno evidenziato che l’insufficienza renale cronica è molto frequente nella popolazione, in particolar modo nei pazienti più anziani.
L’analisi della NHANES (National Health and Nutritional Examination Survey) ha rilevato che nella popolazione tra i 65 e i 79 anni d’età la prevalenza dell’insufficienza renale cronica di stadio 3 e 4 (clearance della creatinina tra 15 e 59 ml/min) è superiore al 20%, ed è ancora maggiore nella popolazione più anziana.5
In pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina 2-6 un aumento delle emorragie maggiori è stato rilevato anche nei pazienti con insufficienza renale di grado moderato ( clearance della creatinina da 30 a 50 ml/min)3. E’ stata evidenziata una correlazione lineare tra clearance della creatinina e attività anti-Xa dopo la somministrazione per più giorni di enoxaparina a dosaggio terapeutico, con un significativo incremento dei valori anti-Xa nei paziente con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min.6
Una revisione del 2009 indica che la clearance della creatinina è stata calcolata, nella maggior parte degli studi, con la formula di Cockroft-Gault.7
Gli autori sono concordi nel considerare che va fatta una valutazione della funzionalità renale in tutti i pazienti che ricevono dosi terapeutiche di EBPM e che è necessaria una riduzione dei dosaggi dell’enoxaparina nei pazienti con insufficienza renale grave e moderata; inoltre il monitoraggio dell’attività anti-Xa può ridurre il rischio di sanguinamenti.2-4,7
Uno studio condotto su 98 pazienti anziani con insufficienza renale cronica, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, ha mostrato come un aggiustamento empirico dei dosaggi di enoxaparina sia associato a un basso rischio di aumento di attività anti-Xa.4 Gli autori suggeriscono una riduzione del dosaggio a 150 UI/kg/die (dosaggio terapeutico 200 UI/kg/die), suddiviso in due somministrazioni, nei pazienti anziani con insufficienza renale lieve-moderata (clearance della creatinina da 30 a 89 ml/min ),4 anche se non raccomandato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto. Bisogna inoltre valutare che un eventuale sottodosaggio del farmaco potrebbe ridurne l’efficacia.7
Altre raccomandazioni dalla letteratura
Riportiamo di seguito altre raccomandazioni, anche se non conclusive, desunte dalla letteratura:
- nella profilassi del tromboembolismo venoso una riduzione di dosaggio a 30 mg (3.000 UI) una volta al giorno dovrebbe esser fatta solo nei pazienti con insufficienza renale grave, mentre nell’insufficienza renale lieve-moderata non vi è necessità di aggiustamenti di dosaggio per quel che riguarda l’enoxaparina;
- l’uso prolungato per più di 10 giorni nei pazienti con clearance della creatinina di 30-60 ml/min può richiedere il dosaggio dell’attività antiXa;
- pochi sono i dati nel trattamento del tromboembolismo venoso: nei pazienti con clearance della creatinina
- per i pazienti con clearance della creatinina
Luca Pellizzari
Geriatria A, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona
- Profilassi antitrombotica nel paziente con fibrillazione o flutter atriale sottoposto a cardioversione. Linea guida della SISET 2008 (Società Italiana per lo Studio dell’emostasi e della Trombosi)
- Meta-analysis: low-molecular-weight heparina and bleeding in patients with severe renal insufficiency. Ann Int Med 2006;144;673-84. CDI ■ ■ □
- Enoxaparin outcomes in patients with moderate renal impairment. Arch Intern Med 2012;172;1713-8. CDI □ □ □
- Can we realiably predict the level of anticoagulation after enoxaparin injection in elderly patients with renal failur? Aging Clin Exp Res 2018;30:605-8. CDI □ □ □
- Trends in prevalence of chronic kidney disease in the United States. Ann Int Med 2016;165:473-81. CDI ■ ■ □
- Heparin and low-molecular-weight-heparia: the seven ACCP Conference on antitrombotic and thrombolytic therapy. Chest 2004;126:188s-203.
- Low-molecular-weight heparins in renal impairment and obesity: available evidence and clinical practice recommendations across medical and surgical settings. Ann Pharmacother 2009;43:1064-83.
Rubrica Farmaci e anziani a cura di Graziano Onder, Centro Medicina dell’Invecchiamento, Policlinico A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, e Luca Pellizzari, Geriatria A, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona