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Giovedì, Settembre 22, 2022
Emofilia A acquisita da inibitori del checkpoint immunitario
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Un’analisi di disproporzionalità condotta sul database di segnalazione spontanea della FDA ha rilevato una potenziale associazione tra alcuni inibitori del checkpoint immunitario e rari casi di emofilia A acquisita.
Complessivamente, tra gennaio 2011 e dicembre 2021, sono state identificate 12 segnalazioni di emofilia A associata a inibitori del checkpoint immunitario, tutte considerate gravi, con decesso dei pazienti in due casi.
Tra i farmaci della classe sono stati riscontrati tassi di segnalazione di emofilia A significativamente aumentati per nivolumab (Reporting Odds Ratio - ROR rispetto all’insieme degli altri farmaci presenti nel database 4,2, limiti di confidenza al 95% da 1,9 a 8,9), ipilimumab (ROR 3,8, limiti di confidenza al 95% da 1,2 a 11,7) e pembrolizumab (ROR 3,2, limiti di confidenza al 95% da 1,1 a 10,0).
Si ipotizza che l’emofilia A associata a questi farmaci sia dovuta alla capacità degli inibitori del checkpoint immunitario di attivare i linfociti T, favorendo la comparsa di una risposta autoimmune con produzione di autoanticorpi diretti contro il fattore VIII della coagulazione.
In caso di emofilia A indotta da inibitori del checkpoint immunitario, la terapia con questi farmaci dovrebbe essere sospesa, almeno temporaneamente, per adottare tutte le misure necessarie al ripristino dell’emostasi.
Moore D, Elmes J, et al. Immune checkpoint inhibitor-induced acquired haemophilia: a pharmacovigilance analysis of the FDA adverse event reporting system. Haemophilia 2022;DOI:10.1111/hae.14632.