Deplezione sodica e farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina
Partendo dalle segnalazioni di tassi di sopravvivenza variabili nei pazienti cardiopatici in trattamento con farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina, una ricerca statunitense ha indagato la relazione tra mortalità ed elevata attivazione del sistema renina-angiotensina per effetto della terapia in atto.
In particolare, i pazienti con iperreninemia (misurata come livelli di attività reninica plasmatica, valori di normalità 0,65-4,5 ng/ml/h) avevano una mortalità più precoce rispetto a quelli con livelli più bassi.
A questo punto i ricercatori hanno analizzato 6 casistiche di studi pubblicati (una relativa a pazienti ipertesi non trattati, un’altra relativa a pazienti ipertesi in terapia e 4 a pazienti cardiopatici in terapia) che comprendevano oltre 20.000 soggetti e hanno osservato che:
- nei pazienti cardiopatici in trattamento farmacologico i livelli di attività reninica plasmatica, in genere bassi o moderati, sono elevati in misura anomala in alcuni casi;
- esiste un’associazione tra una deplezione eccessiva di sodio e l’innalzamento dell’attività reninica plasmatica;
- il sottogruppo di pazienti con aumento dell’attività reninica plasmatica ha una maggiore probabilità di avere bassi livelli di pressione arteriosa, storia di trattamento con farmaci natriuretici, livelli elevati di azotemia e acido urico.
Sulla base di questi dati è stata formulata l’ipotesi che la deplezione di sodio determini un’attivazione del sistema renina-angiotensina, a sua volta responsabile dell’aumento della mortalità e morbilità. Secondo questa ipotesi, l’utilizzo dei farmaci che bloccano il sistema renina-angiotensina, di per sé protettivi sulla morbilità e mortalità cardiovascolare, può diventare pericoloso in determinate situazioni, tipicamente l’associazione con farmaci natriuretici o le diete con drastica riduzione dell’apporto di cloruro di sodio, perché questa classe di farmaci interferisce con i meccanismi fisiologici di attivazione dell’attività reninica finalizzati a evitare le cadute della pressione arteriosa, l’aumento della potassiemia e la riduzione della filtrazione glomerulare. Il rischio può essere limitato da un moderato apporto di sodio e dalla sospensione di farmaci natriuretici, trovando un equilibrio tra l’iperreninemia reattiva e il potenziale innalzamento della pressione arteriosa.
Sealey JE, Alderman MH, et al. Renin-angiotensin system blockers may create more risk than reward for sodium-depleted cardiovascular patients with high plasma renin levels. Am J Hypertens 2013;26:727-38.
e-mail ricercatore: jsealey@med.cornell.edu