Danni al tessuto cerebrale dopo chemioterapia in età pediatrica

I pediatri delle Università giapponesi di Kyoto e Tochigi descrivono le conseguenze della chemioterapia contro linfomi o leucemie condotta in età pediatrica sulle strutture del sistema nervoso centrale. La casistica si riferisce a 17 pazienti di 1,6-13 anni (9 maschi e 8 femmine; 15 con leucemia linfoblastica acuta, 2 con linfoma non Hodgkin senza infiltrazione del sistema nervoso) sottoposti a risonanza magnetica prima e dopo il trattamento. E’ stata applicata la tecnica del tensore di diffusione per esplorare l’organizzazione delle fibre nervose nella sostanza bianca in diverse regioni del sistema nervoso centrale (sostanza bianca periventricolare, corona radiata, braccio posteriore della capsula interna, corpo calloso). Inoltre sono stati esaminati con la trattografia, anch’essa in grado di rappresentare con precisione la distribuzione delle vie nervose, le fibre somatosensoriali e le fibre del corpo calloso. Combinando i vari parametri della risonanza sono stati stabiliti a priori 5 possibili quadri di modificazione delle immagini.

Dopo chemioterapia i parametri della risonanza risultavano diffusamente alterati, con un danno che si è localizzato prevalentemente a livello della materia bianca frontale e privilegiava le fibre commissurali piuttosto che le fibre  proiettive. Gli autori affermano che questa distribuzione può riflettere momenti diversi del processo di mielinizzazione. E’ quindi ragionevole pensare che sia variabile in funzione dell’età in cui il paziente è esposto alla chemioterapia.

Il quadro è compatibile con la compromissione dello sviluppo neurologico descritta dopo il trattamento, in particolare la riduzione delle funzioni cognitive.

Il calo di oltre l’80% della mortalità da leucemie e linfomi in età pediatrica si accompagna, nei sopravvissuti, a danni organici con possibile alterazioni funzionali. Il sistema nervoso sembra particolarmente vulnerabile a queste conseguenze negative, che vanno indagate e adeguatamente gestite.