Con la TOS aumenta il rischio di cancro dell’ovaio
Anche periodi di trattamento con estrogeni per la menopausa inferiori ai 5 anni di durata aumentano il rischio di cancro dell'ovaio. Il dato emerge da una metanalisi che ha analizzato 52 studi epidemiologici (17 prospettici e 35 retrospettivi) sull'argomento da parte del Collaborative Group on Epidemiological Studies of Ovarian Cancer che raccoglie molti istituzioni in diversi paesi.
Per quanto riguarda le indagini prospettiche, nel corso del periodo di osservazione hanno sviluppato un cancro dell’ovaio 12.110 donne, il 55% delle quali aveva utilizzato la terapia ormonale sostitutiva per una durata mediana di 6 anni. Questi casi erano stati confrontati con quelli di donne sane e con integrità dell’ovaio appaiate per varie caratteristiche anagrafiche e cliniche.
Tra le donne ancora in trattamento, il rischio risultava accresciuto anche per una durata inferiore ai 5 anni (rischio relativo 1,43, limiti di confidenza al 95% da 1,31 a 1,56, p<0,0001), il rischio rimaneva aumentato mettendo nel conto anche le donne che avevano cessato la terapia meno di 5 anni prima della diagnosi di tumore dell'ovaio (rischio relativo 1,37, limiti di confidenza al 95% da 1,29 a 1,46, p<0,0001).
I risultati non erano diversi se la terapia sostitutiva prevedeva uno schema con soli estrogeni o con estro-progestinici.
Separando i tipi istologici, il rischio era presente per le forme sierose di tumore dell'ovaio (rischio relativo 1,53, limiti di confidenza al 95% da 1,4 a 1,66, p<0,0001) ed endometrioidi (rischio relativo 1,42, limiti di confidenza al 95% da 1,2 a 1,67, p<0,0001).
La probabilità di insorgenza si riduceva quanto più era lontano il momento della sospensione della terapia, ma non si annullava tanto che a distanza di 10 anni permaneva un eccesso di rischio per le forme sierose o endometroidi (rischio relativo 1,25, limiti di confidenza al 95% da 1,07 a 1,46, p=0,005).
In pratica, considerando le donne che iniziano la terapia ormonale sostitutiva intorno ai 50 anni di età e ne fanno uso per un lustro, ogni 1.000 casi trattati compare un tumore dell'ovaio (NNH, numero di casi da trattare per osservare un tumore dell'ovaio, 1.000) e ogni 1.700 si ha una morte per tumore dell'ovaio (NNH 1.700).
Gli autori affermano che la relazione può essere ricondotta in buona parte o del tutto a un nesso di causalità, dal momento che il rischio aumenta in corso di trattamento e declina nel tempo dopo la sospensione e varia in base al tipo istologico del tumore. Il cancro dell’ovaio va annoverato tra le possibili conseguenze della terapia ormonale sostitutiva; in particolare, sottolineano gli autori, evitando questo trattamento è ragionevole ipotizzare una riduzione della mortalità per il sottotipo istologico più maligno, quello sieroso.
Questi dati inducono a una riflessione. Dopo il Women Health Study e il suo allarme per il cancro della mammella c'è stato un calo della terapia ormonale sostitutiva in menopausa, ma si consigliavano comunque cicli brevi, inferiori ai 5 anni di durata. Ora anche questa indicazione sembra comportare qualche rischio dal punto di vista oncologico.
Collaborative Group on Epidemiological Studies of Ovarian Cancer. Menopausal hormone use and ovarian cancer risk: individual participant meta-analysis of 52 epidemiological studies. Lancet 2015; doi:10.1016/S0140-6736(14)61687-1
e-mail ricercatore: collaborations@ceu.ox.ac.uk