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Cardiotossicità a breve da cisplatino
Focus Farmacovigilanza 2013;78(9):5
Nei pazienti con tumore del testicolo, la terapia a base di cisplatino
si associa a complicazioni cardiovascolari a lungo termine. Ora
uno studio olandese dell’Università di Leida pone, però, l’accento
sui possibili danni cardiaci a breve termine.1
Sono stati studiati prima dell’inizio del ciclo chemioterapico e a 3 mesi di distanza 14 pazienti con tumore del testicolo, valutandone la funzione cardiaca con una risonanza. Sono state anche fatte misurazioni di glicemia a digiuno, dei livelli di insulina ed è stata calcolata la sensibilità all’azione dell’insulina. Al controllo dopo 3 mesi erano significativamente ridotti sia il volume ventricolare sinistro telediastolico (da 192±27 ml a 175±26 ml, p<0,05) sia il volume ventricolare sinistro spinto in circolo (da 109±18 ml a 95±16 ml, p<0,05). Inoltre il rapporto tra riempimento precoce atriale e velocità di riempimento era pure ridotto dopo chemioterapia (da 1,87±0,43 a 1,64±0,45, p<0,01). Anche i parametri metabolici valutati avevano un’evoluzione negativa con significativa riduzione della sensibilità all’insulina (p<0,05).
Secondo gli autori la chemioterapia con cisplatino in questi pazienti può comportare un peggioramento acuto della funzionalità cardiaca, specie in fase diastolica. Per questo motivo potrebbe essere indicato un trattamento mirato di questi pazienti volto a ridurre la frequenza di complicanze cardiovascolari a lungo termine.
Sono stati studiati prima dell’inizio del ciclo chemioterapico e a 3 mesi di distanza 14 pazienti con tumore del testicolo, valutandone la funzione cardiaca con una risonanza. Sono state anche fatte misurazioni di glicemia a digiuno, dei livelli di insulina ed è stata calcolata la sensibilità all’azione dell’insulina. Al controllo dopo 3 mesi erano significativamente ridotti sia il volume ventricolare sinistro telediastolico (da 192±27 ml a 175±26 ml, p<0,05) sia il volume ventricolare sinistro spinto in circolo (da 109±18 ml a 95±16 ml, p<0,05). Inoltre il rapporto tra riempimento precoce atriale e velocità di riempimento era pure ridotto dopo chemioterapia (da 1,87±0,43 a 1,64±0,45, p<0,01). Anche i parametri metabolici valutati avevano un’evoluzione negativa con significativa riduzione della sensibilità all’insulina (p<0,05).
Secondo gli autori la chemioterapia con cisplatino in questi pazienti può comportare un peggioramento acuto della funzionalità cardiaca, specie in fase diastolica. Per questo motivo potrebbe essere indicato un trattamento mirato di questi pazienti volto a ridurre la frequenza di complicanze cardiovascolari a lungo termine.
Bibliografia:
- Brit J Cancer 2013;109:891-6. CDI NS